Ricordando la bomba di Hiroshima in tempi di pericolo nucleare  

La Coalizione Internazionale della Pace (IPC), un organismo nato per iniziativa dello Schiller Institute, terrà manifestazioni in tutto il mondo il 6 agosto, anniversario della bomba su Hiroshima. Le manifestazioni mirano a sensibilizzare l’opinione pubblica sul filo rosso che lega quell’olocausto di quasi ottant’anni fa al pericolo attuale di guerra nucleare derivante dall’escalation dello scontro tra la NATO, da una parte, e la Russia e la Cina dall’altra. Un’ampia documentazione storica mostra che le bombe nucleari su Hiroshima e Nagasaki non erano necessarie, perché il Giappone stava già negoziando la resa. Le bombe furono lanciate per intimidire l’Unione Sovietica.

Come mostriamo negli articoli seguenti, benché la guerra sia ormai pesa, la NATO continua a riversare armi in Ucraina e aumenta il pericolo che l’escalation sfugga al controllo. L’élite britannica, il principale imbastitore della guerra, ha confessato alcuni dei suoi peggiori incubi, e cioè un cambio della guardia a Washington e un riavvicinamento tra India e Cina, scenari che metterebbero la parola fine al mondo unipolare o “ordine basato sulle regole”. Ciò spiega la frenesia bellica e gli attacchi ai due pre-candidati alla Casa Bianca, Donald Trump (con multiple inchieste) e Robert F. Kennedy, che ora è colpito da calunnie di antisemitismo (vedi sotto).

Il tempo non gioca a favore della NATO globale, ma nemmeno della popolazione dei paesi membri. Gli ultimi dati economici mostrano che la deindustrializzazione auto-indotta in Germania e nell’UE procede a ritmo drammatico (vedi sotto). L’Occidente accusa la Russia di trattenere il grano destinato ai paesi poveri, ma allo stesso tempo distrugge la propria produzione di cibo con le politiche green. È giunto il momento di gettare alle ortiche tali politiche e tornare al classico sviluppo agro-industriale. L’Europa deve rompere con la NATO se vuole sopravvivere, e deve cooperare con il Sud Globale per sviluppare l’Africa.

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