Xi Jinping in Europa dopo cinque anni

Il 6 maggio, il presidente cinese Xi Jinping ha iniziato la sua prima visita in Europa dallo lo scoppio della pandemia di Covid, in mezzo a turbolenze finanziarie e geopolitiche in tutto il mondo e all’acuto pericolo di una guerra mondiale. Partendo dalla Francia, il suo viaggio lo porterà anche in Serbia e in Ungheria. Sono molte le aspettative, alcune realistiche altre meno.

L’occasione dell’invito in Francia è il 60° anniversario dell’instaurazione di relazioni diplomatiche con la Repubblica Popolare Cinese, una decisione storica presa all’epoca dal presidente Charles de Gaulle, prima potenza occidentale a farlo. La copertura mediatica in tutto il Vecchio Continente ha fatto molti riferimenti all’idea gollista della distensione e dell’intesa e ad un’Europa di Stati pienamente sovrani dall’Atlantico agli Urali.

Si può solo sperare che questo messaggio sia stato ascoltato dal Presidente Macron, le cui dichiarazioni provocatorie contro la Russia e gli appelli ad un’economia di guerra nell’UE sono state al centro del dibattito politico nelle ultime settimane e la cui sottomissione all’oligarchia finanziaria transatlantica è ben nota.

È troppo presto per conoscere e valutare eventuali risultati concreti della visita di Xi in Francia, di cui ci occuperemo la prossima settimana. Tuttavia, è sostanzialmente escluso che Emmanuel Macron sia riuscito a creare un cuneo tra Cina e Russia o a modificare le politiche di sviluppo di Pechino per il Sud globale. Il leader cinese, invece, potrebbe essere riuscito a convincere Macron dei pericoli insiti nelle sue politiche.

Un giorno prima del suo arrivo a Parigi, Xi ha scritto un editoriale per Le Figaro intitolato “Vengo in Francia con tre messaggi dalla Cina”. Primo, contribuire a irradiare lo stato d’animo che ha portato all’instaurazione di relazioni diplomatiche tra Cina e Francia e promuovere insieme pace e sviluppo in tutto il mondo. In secondo luogo, espandere le aperture economiche di alto livello della Cina alla Francia e ad altri Paesi. Pechino prevede una crescita del 5,2% nel 2023, e in questo contesto è pronta ad importare più prodotti agricoli e cosmetici dalla Francia.

In terzo luogo, la Cina vuole collaborare con la Francia per preservare la pace e la stabilità nel mondo. In questo contesto, Xi ha ricordato il ruolo di Zhou Enlai, figura ben nota in Francia, dove ha studiato e poi collaborato con Pierre Mendès-France per porre fine alla guerra d’Indocina nel 1954, elaborando per la prima volta principi come il rispetto della sovranità, l’integrità territoriale, la non aggressione e la non ingerenza negli affari di altri Paesi, principi che la Cina applica da allora. In questo contesto Xi ha ricordato le proposte avanzate per l’Iniziativa per lo sviluppo globale, l’Iniziativa per la sicurezza globale e l’Iniziativa per la civiltà globale.

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