Schröder: sono un testimone del sabotaggio di Washington dei colloqui Kiev-Mosca

Il partito socialdemocratico (SPD) non ha perdonato all’ex Cancelliere Gerhard Schroeder di aver perseguito la causa della diplomazia sulla questione ucraina, di essersi rifiutato di demonizzare Putin e di aver sollecitato il ripristino di buone relazioni con la Russia, e lo ha fatto escludere dai media tradizionali per la maggior parte degli ultimi sedici mesi. Ma l’intervista che la Berliner Zeitung ha pubblicato il 20 ottobre rotto il blocco.

L’ex Cancelliere ha criticato la strategia di Washington sull’Ucraina, definendola “fatale”, e raccontando ciò che sapeva personalmente dal marzo 2022, quando i negoziati tra Ucraina e Russia stavano procedendo. Lui stesso fu invitato dagli ucraini a mediare tra le due parti. All’epoca, ha spiegato Schröder, l’attuale ministro della Difesa ucraino Rustem Umerov “si era mostrato disponibile a fare concessioni: nessuna adesione dell’Ucraina alla NATO e la revoca del divieto di parlare la lingua russa nel Donbass. Ma alla fine non è successo nulla. La mia impressione è che non poteva succedere nulla, perché tutto il resto è stato deciso a Washington”.

Secondo Schröder, il Presidente francese e il Cancelliere tedesco dovrebbero lanciare un’iniziativa europea: “Scholz e Macron dovrebbero sostenere un vero processo di pace in Ucraina, perché non è solo una questione americana, ma soprattutto una questione europea… Perché Scholz e Macron non hanno collegato le forniture di armi con un’offerta di dialogo? Macron e Scholz sono gli unici che possono parlare con Putin”. Senza tenere conto degli interessi di sicurezza della Russia, ha detto, “la pace sarà difficile da raggiungere”.

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