Più di un milione di argentini in sciopero contro l’austerità di Milei

Nel bel mezzo dello straordinario fermento che si sta verificando a livello internazionale contro le politiche neoliberiste di Wall Street e Londra, si stima che il 24 gennaio circa 1,5 milioni di argentini siano scesi in piazza per protestare nell’ambito dello sciopero di 12 ore indetto dalla federazione sindacale CGT e dall’alleata CTA contro le politiche economiche del presidente radical- libertario Javier Milei. Un partecipante ha raccontato all’EIR che sotto lo striscione “Il Paese non è in vendita”, almeno 600.000 persone hanno marciato verso la grande Plaza de los Dos Congresos di Buenos Aires, di fronte al Parlamento, mentre azioni simili, vivaci e ben frequentate, si sono svolte anche in tutti i capoluoghi di provincia.

Il fatto che non si trattasse solo di un fatto argentino si è riflesso nell’enorme sostegno internazionale che ha raccolto. In almeno venti capitali mondiali si sono tenute manifestazioni di solidarietà davanti alle ambasciate argentine, mentre sono arrivati alla CGT/CTA, da parte dei sindacati di tutto il mondo (Francia, Italia, Regno Unito, Brasile, Uruguay e Stati Uniti, solo per citarne alcuni), messaggi di sostegno accompagnati da video di manifestazioni in quei Paesi.

Gli obiettivi dello sciopero erano il decreto di “urgenza e necessità” (DNU) e il disegno di legge Omnibus di Milei, che mirano a smantellare lo Stato, a stracciare i diritti costituzionalmente garantiti e ad imporre una politica economica “d’urto” approvata dal FMI. Erano presenti lavoratori, membri della classe media, molti pensionati e “molti, molti giovani”.

Anche le strade laterali intorno alla Plaza de los Dos Congresos, nel centro di Buenos Aires, erano piene di gente, tanto che la polizia non ha nemmeno provato a schierarsi lì, perché non c’era spazio per loro. Alcuni leader politici avevano messo in guardia dall’organizzare uno sciopero nella seconda metà di gennaio, periodo in cui operai, insegnanti, membri della magistratura, lavoratori statali vanno in vacanza. Questa volta no.

Il nostro testimone ha sottolineato che è la prima volta nella storia dell’Argentina che si ricordi uno sciopero di questa portata contro un Presidente in carica da soli 45 giorni. “È una cosa senza precedenti”, ha detto. La marcia è stata pacifica e disciplinata, caratterizzata da un’aria di determinazione politica a proteggere la nazione e la popolazione dal genocidio che si verificherà se le politiche di Milei saranno lasciate in vigore.

Il sadico Ministro degli interni di Milei, Patricia Bullrich, aveva minacciato una feroce repressione, ma per la maggior parte non ha potuto dare seguito a questa minaccia, data la natura pacifica del corteo. Ha ridicolmente dichiarato lo sciopero un “fallimento totale” con una “partecipazione molto bassa” di 40.000 persone e “pochissimo sostegno”. Durante il corteo, si è aggirata per la capitale alla ricerca di persone che non avevano aderito alla protesta per congratularsi per il loro “coraggio”.

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