“Sull’orlo di una nuova guerra mondiale: le nazioni europee devono cooperare con il Sud globale!”

Dedichiamo il numero di questa settimana alla straordinaria conferenza tenutasi a Strasburgo, in Francia, l’8-9 luglio 2023, indetta dallo Schiller Institute all’insegna del titolo sopra riportato. Essendo la prima conferenza internazionale da tre anni, dopo la parentesi del covid, essa ha registrato uno spirito ottimista e combattivo. I lavori si sono articolati in cinque sessioni, con trenta relatori provenienti da diciotto paesi. Tra questi, lo Schiller Institute è stato particolarmente onorato di annoverare Lu Shaye, Ambasciatore della Repubblica Popolare Cinese in Francia (vedi sotto).

È stata l’occasione per i partecipanti, provenienti da contesti e paesi molto diversi, di riunirsi e confrontarsi su come realizzare un nuovo paradigma a livello internazionale, che garantisca un futuro di pace e prosperità per tutti. Tutto ciò è in netto contrasto con il “Vertice per un nuovo patto finanziario globale” tenutosi due settimane prima a Parigi, dove i leader del Sud del mondo hanno irriso l’ipocrisia dei loro omologhi europei (vedi SAS 26, 27/23). È stato anche un intervento tempestivo e necessario contro il vertice della NATO globale, tenutosi pochi giorni dopo, l’11-12 luglio, a Vilnius, in Lituania, dove i leader del famigerato complesso politico-militare-industriale transatlantico hanno inteso pianificare la continuazione di altre guerre e provocazioni in nome della difesa dell’agonizzante “ordine basato sulle regole” dell’Occidente. E ciò è avvenuto subito dopo la scioccante decisione dell’amministrazione Biden di inviare in Ucraina le bombe a grappolo, che non faranno altro che aumentare le sofferenze della popolazione civile.

Le sessioni dello Schiller Institute hanno affrontato un’ampia gamma di temi decisivi dal punto di vista economico, strategico, ambientale e culturale. Un leitmotiv che ha attraversato i due giorni di interventi è stata la domanda: l’Europa avrà il coraggio di rompere con i dettami imposti dal complesso militare-industriale, trasmessi principalmente da Stati Uniti, Regno Unito e NATO? Lo Schiller Institute (SI) è impegnato a far sì che ciò avvenga, come ha sottolineato più volte Helga Zepp-LaRouche, presidente dell’Istituto.

Ma è altrettanto importante, hanno sostenuto lei ed altri, che gli Stati Uniti si liberino dalla geopolitica “dell’Impero britannico” e tornino alla tradizione repubblicana dei padri fondatori e di altri grandi leader del passato; una missione che lo Schiller Institute si è assunto.

Poiché lo spazio per un resoconto completo della conferenza è insufficiente, abbiamo riportato il programma dettagliato alla fine. I video delle cinque sessioni verranno progressivamente pubblicati sui siti dello Schiller Institute, comprese le versioni doppiate, ove possibile, in inglese, francese e tedesco. Cinque relatori dall’Italia, Michele Geraci, ex sottosegretario allo Sviluppo Economico, Alessia Ruggeri, sindacalista ed esponente della Coalizione internazionale per la Pace, Maurizio Abbate, presidente dell’ENAC (Ente Nazionale Attività Culturali), il Prof. Alberto Prestininzi e Liliana Gorini, presidente di Movisol, sono un indice dell’interesse suscitato in Italia dalle proposte di Helga Zepp-LaRouche per una nuova architettura di pace e sviluppo che ponga fine al pericolo di guerra.

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