Le basi di un movimento per la pace sostenibile in tutto il mondo

La seconda sessione della conferenza è stata aperta da Jacques Cheminade, presidente del partito politico francese Solidarité et Progrès, che ha descritto l’attuale periodo storico come “la battaglia tra l’oligarchia finanziaria malthusiana e dominatrice, che occupa i nostri paesi occidentali, e coloro che credono che la specie umana abbia diritto allo sviluppo”.

Cheminade ha sottolineato il ruolo cruciale dell’economista americano Lyndon LaRouche (1922-2019), nel definire i principi dell’economia fisica critici per un Nuovo Paradigma di sviluppo. Lo ha riconosciuto l’economista russo Sergei Glazyev, Ministro dell’Integrazione e della Macroeconomia della Commissione Economica Eurasiatica [EAEU], che ha scritto che “i principi dell’economia fisica sostenuti da Lyndon LaRouche sono alla base del miracolo economico cinese di oggi e sono alla base della politica di sviluppo economico dell’India”.

Alla sessione hanno partecipato relatori provenienti da Argentina, Repubblica Democratica del Congo, Francia e Turchia, tutti impegnati nella lotta per lo sviluppo economico e la giustizia sociale.

La terza sessione era dedicata al “Movimento per la pace nel mondo al di sopra delle logiche di partito: il caso speciale degli Stati Uniti; il ruolo del Vaticano e del Sud globale” ed è stata aperta da Harley Schlanger, vicepresidente dello Schiller Institute americano, che ha esordito presentando il discorso con cui John F. Kennedy proclamò l’intenzione di porre fine alla Guerra Fredda, offrendo una visione diametralmente opposta al percorso seguito da Washington negli ultimi decenni. Gli altri relatori, tra cui Alessia Ruggeri in rappresentanza del movimento per il referendum contro le armi all’Ucraina, hanno presentato la situazione nei rispettivi paesi rispetto allo sforzo di costruire un movimento per la pace in grado di contrastare la massiccia propaganda dei media mainstream.

La domenica mattina è iniziata con una stimolante tavola rotonda sul tema: “Una cultura per emancipare ed esprimere le capacità creative di ogni essere umano – un dialogo tra culture e civiltà”. Il relatore principale è stato Luc Reychler, professore emerito dell’Università di Lovanio ed ex direttore del Centro per la ricerca sulla pace e gli studi strategici del Belgio. Nel suo intervento, polemicamente intitolato “I valori umanistici europei contro la cultura della guerra: che cosa direbbe Erasmo della pace in Ucraina?”, ha ipoteticamente visto l’attuale guerra per procura con gli occhi del grande studioso olandese del Rinascimento, Erasmo da Rotterdam (1466-1536).

Liliana Gorini, presidente di Movisol, ha visto la guerra in corso con gli occhi del Marchese di Posa nel Don Carlos di Giuseppe Verdi, che parla di “orrenda pace, la pace dei sepolcri” e di Papa Giovanni XXIII che, nella sua enciclica Pacem in Terris, gettò le basi per la distensione.

Maurizio Abbate, presidente dell’ENAC, è intervenuto sulla “cultura come fondamento della pace” prendendo ad esempio un’iniziativa del suo organismo per il dialogo culturale con la Siria.

La conferenza si è conclusa con quello che oggi è diventato un tema molto controverso: “Ecologia scientifica e valutazione della sfida climatica: la priorità è sradicare la povertà e la fame nel mondo”. I relatori (provenienti da Francia, Germania e Italia) hanno confutato con grande competenza e con una buona dose di umorismo l’attuale clamore sul “cambiamento climatico” ed hanno puntato il dito contro la terribile ideologia malthusiana che è alla base del Green Deal. Tra essi, segnaliamo il prof. Alberto Prestininzi, ex docente di Geologia all’Università di Roma “La Sapienza” e curatore del volume “Dialoghi sul Clima”, scritto dai membri italiani del gruppo Clintel. La scienza si basa sui fatti e non sulle ipotesi, ha sostenuto con forza Prestininzi, presentando con numerose schede i fatti che smentiscono l’ipotesi di una “emergenza climatica”.

Sabato sera, i partecipanti hanno assistito ad un concerto di musica classica. Il programma prevedeva la pianista albanese Dhurata Lazo che ha eseguito una romanza del compositore albanese Tonin Harapi e tre pezzi di Frédéric Chopin. Ha poi accompagnato il soprano svedese Leena Malkki in due arie di Mozart e Verdi e in due lieder di Schubert.

Helga Zepp-LaRouche ha elogiato lo spirito combattivo dei partecipanti a questa straordinaria conferenza, osservando come “abbiamo bisogno di un’esplosione di ottimismo”, ottimismo che consiste nel sapere che può ancora prevalere un paradigma di pace e sviluppo, e non quello della guerra.

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