L’accordo sul grano nel Mar Nero: chi affama chi?

Il 17 luglio, in seguito al secondo attacco dinamitardo al ponte di Kerk che collega la penisola di Crimea alla terraferma russa, Mosca ha annunciato il ritiro dall’accordo che consentiva l’esportazione di grano ucraino dai porti del Mar Nero. La motivazione della Russia, secondo cui il corridoio del grano sarebbe stato sfruttato per lanciare l’attacco navale al ponte, non è stata contestata dall’intelligence occidentale.

La decisione ha scatenato la narrazione secondo cui “la Russia sta per affamare i paesi poveri” che hanno bisogno dei cereali ucraini. Ma i dati pubblicati dalla Black Sea Grain Initiative, citati dall’esperta alimentare dell’EIR Marcia Baker, mostrano che solo il 3% del grano ucraino è andato ai paesi più poveri. È andato quasi totalmente ai paesi ricchi e a medio reddito. Non solo, ma l’accordo sul grano era composto da due parti: la prima, che prevedeva un corridoio sicuro per le navi che avrebbero dovuto trasportare il grano attraverso il Mar Nero, e la seconda, che prevedeva la revoca le sanzioni che impedivano alle imprese russe di occuparsi di cibo e fertilizzanti. Questa seconda clausola non è mai stata attuata.

Ma se parliamo della crisi alimentare globale, la storia non raccontata è che i paesi occidentali hanno tagliato gli aiuti al Programma Alimentare Mondiale. Voice of America del 20 giugno ha ricapitolato chi sta tagliando gli aiuti: Gli Stati Uniti, che lo scorso anno [2022] avevano contribuito con oltre 1,2 miliardi di dollari all’appello umanitario per l’Afghanistan, a giugno scorso hanno dato solo 74 milioni di dollari. Il Regno Unito, che aveva stanziato più di mezzo miliardo di dollari nel 2022, quest’anno ha contribuito con 30 milioni di dollari. La Germania nello stesso periodo è scesa da 444 a 34 milioni di dollari.

Se a questo si aggiunge il fatto che l’UE sta promuovendo una legge che mira a ridurre la produzione agricola del 20%, allora le accuse che la Russia starebbe affamando la popolazione mondiale sono come il bue che dice cornuto all’asino.

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