La “Global Britain” ricicla il divide et impera

Per capire l’importanza del documento firmato da Xi e Putin è istruttivo leggere ciò che il Daily Telegraph, portavoce di una corrente dell’impero britannico e della City di Londra, ha scritto in proposito. Sotto il titolo “Russia e Cina si ergono per sfidare il predominio USA”, il corrispondente Roland Oliphant scrive: “In un momento di immense tensioni internazionali, Russia e Cina asseriscono l’arrivo di una nuova era geopolitica. Da ora in poi, il predominio dell’occidente globale a guida USA non sarà più dato per scontato – o tollerato”.

L’articolo continua: “Dopo decenni di umiliazione, le superpotenze autocratiche del mondo si sono rialzate e ora stravolgeranno l’iniquo ordine mondiale post-Guerra Fredda” e prende atto con sconforto che i molteplici sforzi di mettere Mosca e Pechino l’una contro l’altra sono falliti.

Degno di nota è anche il commento di Frederick Kempe, presidente dell’Atlantic Council, un pensatoio che assieme al Royal Institute of International Affairs (Chatham House) riceve lauti finanziamenti dal complesso militare-industriale ed è in prima fila a rullare i tamburi di guerra. Kempe definisce l’alleanza tra Xi e Putin “uno spostamento tettonico nelle relazioni internazionali”, accusando i due leader di “ridefinire il significato stesso della democrazia, affinché abbracci i loro sistemi repressivi che censurano i media, impediscono il dissenso, incarcerano gli oppositori politici e aiutano i sistemi autoritari simili”. Che dire del trattamento “democratico” riservato dai governi USA e UK ad oppositori politici come Lyndon LaRouche e Julian Assange?

Kempe poi supera sé stesso quando paragona l’alleanza Putin-Xi a quella dell’Asse nella Seconda guerra mondiale. È da allora che “i principali autocrati… non sono mai stati così allineati o personalmente vicini”.

Il ruolo del servizio segreto di Sua Maestà nello spingere gli USA verso la guerra è stato inavvertitamente menzionato il 3 febbraio dal portavoce del Dipartimento di Stato Ned Price, in uno scambio durato alcuni minuti col corrispondente dell’Associated Press Matt Lee e diventato virale sul web. Quando Price ha affermato che gli USA posseggono l’informazione che la Russia “pianifica di imbastire falsi attacchi in Ucraina” per avere un pretesto per invadere, Lee gli ha chiesto le prove di tale affermazione. Dopo essersi rifiutato di presentarne alcuna, all’insistenza di Lee Price è sbottato dicendo che le informazioni provengono dal governo britannico e da fonti USA. Al che il col. Pat Lang, ex funzionario dell’intelligence USA, ha risposto sul suo blog che le cosiddette informazioni sulle operazioni “false flag” russe “puzzano di ‘splendido’ progetto britannico” passato ai gonzi americani di Washington per manipolarli.

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