La candidata verde scelta a Davos che vuole la guerra

Nello scorso numero abbiamo alzato il velo sulla politica estera guerrafondaia della candidata alla Cancelleria del partito dei Verdi tedeschi, Annalena Baerbock, che non è sfuggita neanche ad altri. In un articolo per il mensile Cicero, il gen. Erich Vad, ex consigliere del governo, ha denunciato il programma dei Verdi che propone una riforma del Consiglio di Sicurezza dell’ONU, a favore del voto di “maggioranza qualificata” per future missioni di “pacificazione”. Tale riforma allenterebbe le condizioni di un mandato, facilitando gli interventi militari. Basterebbe la condizione di “diritti umani violati” e di “protezione del clima”, nell’assenza di obiettivi realistici, per aumentare l’interventismo, coinvolgendo la Germania su scala globale, scrive Vad.

Ancora più duro è Gert Ewen Ungar su RT Deutsch, il quale, commentando la stessa proposta, scrive che essa aprirebbe la strada all’aggressione contro Russia e Cina. “La Russia e la Cina scorrono come un filo rosso lungo tutto il programma” dei Verdi. Esse “sono la sfida stabilita, il grande scontro, l’area di frizione della politica estera dei Verdi”. Il loro programma “respira lo spirito di un passato oscuro”, un chiaro riferimento al nazismo, come suggerisce anche la chiosa finale su “una guerra su due fronti” che fallisce sempre. (https://de.rt.com/meinung/116278-nach-rechts-gerutscht-grunes-wahlprogramm/)

“Ciò che I Verdi hanno scritto nella loro bozza di programma è, da una parte, assolutamente ingenuo, e dall’altra assolutamente pericoloso nella sua ingenuità. Chiunque voti per i Verdi voterà per una politica estera spregiudicata e di scontro, che farà del continente europeo un teatro di conflitti geopolitici; voterà per la guerra. Questo emerge dal loro programma”, un programma “pervaso da uno spirito neo-imperiale e neoconservatore e da una fede assoluta nella propria superiorità. Dai Verdi non proviene nulla di buono per l’Europa”.

Non sorprende dunque che Annalena Baerbock sia stata plasmata dall’elite di Davos. Come ha denunciato l’editorialista dell’Handelsblatt Norbert Häring sul suo blog il 20 aprile, la Baerbock è stata addestrata nel programma per i Giovani Leader Globali del World Economic Forum, come centinaia di altri giovani uomini e donne che successivamente hanno conquistato posizioni di leadership nel governo ed altre istituzioni. La stessa Angela Merkel, primo Cancelliere originario dell’ex Germania Est, fu cooptata nella prima edizione del programma nel 1992, assieme al futuro Primo ministro spagnolo Aznar, il futuro Presidente della Commissione UE José Manuel Barroso, il futuro Presidente francese Nicolas Sarkozy. “Delle due l’una: o il Forum ha un naso per scoprire persone capaci di affermarsi, o il sostegno della Grande Finanza aiuta considerevolmente a fare carriera in politica”, osserva Häring.

La Baerbock è stata cooptata nel 2020. Gli “eletti” partecipano ad un programma quinquennale finanziato da una fondazione apposita e da donazioni di grandi imprese. Nel 2016, Emmanuel Macron e l’attuale ministro della Sanità tedesco Jens Spahn fecero parte degli “eletti”.

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