Il governo tedesco sempre più impopolare

Nell’ultima settimana, il governo tedesco ha superato sé stesso in termini di dichiarazioni e azioni aggressive rivolte sia alla Russia che alla Cina. Per cominciare, il ministro della Difesa Boris Pistorius (SPD) ha dichiarato il 21 aprile che è del tutto giustificato che l’Ucraina lanci attacchi sul territorio russo, anche con i droni (cosa che sta facendo sempre più di frequente). Ha inoltre invitato l’Occidente a contrastare la presenza della Russia in Africa.

Il ministro degli Esteri, Annalena Baerbock (dei Verdi), ha scelto un atteggiamento palesemente provocatorio durante e dopo la visita in Cina due settimane fa, definendo il Paese un “rivale sistemico” sempre più aggressivo sulla scena internazionale. Dopo un incontro a sorpresa con i dissidenti cinesi, ha dichiarato di essere “più che turbata” dalle politiche repressive della Cina a livello nazionale. Su Taiwan, ha scelto un approccio opposto a quello del presidente francese Macron, mettendo in guardia Pechino dallo “scenario orribile” di un conflitto militare.

I Verdi, come sappiamo, sono diventati la punta di diamante della NATO e del “partito della guerra” transatlantico in Germania, cercando di interrompere i rapporti commerciali con la Russia e la Cina (a vantaggio degli Stati Uniti) e distruggendo deliberatamente l’approvvigionamento energetico del Paese – una politica che preannuncia una sicura rovina per la Germania e la sua economia un tempo forte.

L’interrogativo ancora senza risposta è se questa linea politica, che non è sostenuta dalla maggioranza dei cittadini, prevarrà fino alla fine del mandato dell’attuale governo, o se la pressione dal basso porterà all’estromissione della coalizione in tempo per evitare danni irreparabili. Mai un governo tedesco è stato così impopolare: gli ultimi sondaggi che mostrano un indice di gradimento non superiore al 42% degli elettori. L’SPD del Cancelliere Olaf Scholz e i Verdi sono scesi al 18% ciascuno, mentre l’FDP si ferma al 6%. All’opposizione, la CDU ha migliorato solo leggermente il suo rating, salendo al 31%. Il partito Alternativa per la Germania (AfD) è salito al 15%, poiché diverse sue posizioni – opposizione al sostegno all’Ucraina a scapito dei rapporti con la Russia, insistenza sulla necessità di un’inchiesta approfondita sul sabotaggio del Nord Stream, sulla riparazione dei gasdotti e richiesta di un ritorno all’energia nucleare – rispecchiano il punto di vista di un numero crescente di cittadini.

Nel frattempo, il partito più numeroso è quello degli “astensionisti”, che ha raggiunto il 40%, soprattutto a causa della defezione degli elettori tradizionali dell’SPD. È necessario che questo crescente vuoto politico si trasformi in un fattore efficace, magari sotto forma di un nuovo partito. L’apertura delle nuove correnti a discutere le proposte dello Schiller Institute, dimostrata alla conferenza del 15-16 aprile, indica come questo vuoto possa essere colmato (vedi sotto).

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