Il viaggio di Scholz in Cina all’insegna del pragmatismo

Nel complesso, nonostante le divergenze di vedute su Ucraina, Taiwan e il Mar Cinese Meridionale, la visita del Cancelliere tedesco Olaf Scholz a Chongqing, Shanghai e Pechino, dal 14 al 16 aprile, è stata accolta dai cinesi come un deciso “no” alla strategia del “de-risking” dell’UE volta a scoraggiare gli investimenti industriali in Cina.

Secondo Frank Sieren, giornalista tedesco con base in Cina, il cancelliere Olaf Scholz ha discretamente insabbiato la strategia cinese dell’UE e del suo stesso governo. Scrivendo il 18 aprile sul Berliner Zeitung, Sieren proclama: “Scholz ha ora adattato la sua politica alla realtà. Distingue tra ciò che è auspicabile per buone ragioni e ciò che è fattibile”. Il suo viaggio in Cina “non riguardava più una minore cooperazione, ma, come in passato, le condizioni per una maggiore collaborazione economica. Per questo motivo, il ministro degli Esteri [dei Verdi] Annalena Baerbock, il ministro dell’Economia [dei Verdi] Robert Habeck e il leader dell’FDP Christian Lindner non facevano parte della delegazione”.

Durante la conferenza stampa congiunta, il Presidente Xi Jinping ha scelto di non menzionare le differenze, sottolineando piuttosto il ruolo della stretta cooperazione: “Insieme possiamo dare più stabilità e sicurezza al mondo”, ha dichiarato. Finché i rapporti bilaterali “si atterranno ai principi del rispetto reciproco, della ricerca di un terreno comune, nonostante le differenze, e della comprensione reciproca”, essi dovrebbero “continuare a svilupparsi in modo stabile”.

Xi ha aggiunto che è iniziata una “nuova era di turbolenze e sconvolgimenti”, in cui aumenteranno i rischi per tutta l’umanità, ma che una cooperazione stabile tra le principali economie di Germania e Cina “eserciterà un grande influsso non solo sull’intero continente eurasiatico, ma anche sul mondo intero”.

Indicativo della copertura mediatica cinese del ruolo dell’industria tedesca è stato il Global Times, che ha dato ampio spazio alle dichiarazioni di funzionari come Maximilian Butek della Camera di Commercio Estero di Shanghai: “L’industria automobilistica non è composta solo da produttori, ma anche da fornitori. E se chiedete a loro, se la cavano piuttosto bene. Le quote di mercato che le case automobilistiche tedesche stanno perdendo e cedendo ai produttori cinesi possono essere coperte dai fornitori. Se si guarda ai produttori cinesi, in essi c’è molta tecnologia proveniente da fornitori tedeschi”.

Markus Steilemann, amministratore delegato del produttore tedesco di polimeri Covestro, il cui centro di innovazione a Shanghai è stato visitato da Scholz, ha osservato che la loro presenza decennale in Cina “incarna lo spirito della collaborazione sino-tedesca, che si è rivelata fortemente vantaggiosa per entrambe le parti”.

Ola Källenius, presidente del Consiglio di amministrazione di Mercedes-Benz Group AG, ha dichiarato che la Cina “svolge un ruolo centrale nella strategia globale di Mercedes-Benz, essendo non solo la sede del nostro più grande mercato e di uno dei nostri più grandi siti produttivi, ma anche uno dei nostri centri globali per l’innovazione tecnologica”.

E Maximilian Foerst, presidente del gigante tedesco dell’ottica ZEISS Greater China, ha commentato: “Il mercato cinese non solo è uno dei nostri mercati più importanti, ma anche un motore fondamentale della nostra crescita globale negli ultimi anni”.

Queste dichiarazioni fanno capire che la politica di Berlino, nonostante i proclami bellicosi del ministero degli Esteri, ha dovuto piegarsi agli interessi nazionali rappresentati dall’industria.

Nel 2023 la Cina è stata il primo partner commerciale della Germania per l’ottavo anno consecutivo, mentre la Germania è stata il primo partner commerciale della Cina in Europa per il 49° anno consecutivo.

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