Diplomatici occidentali smentiscono le menzogne della NATO sulle promesse alla Russia nel 1990

Numerosi diplomatici occidentali hanno confermato nei giorni scorsi che l’espansione verso est della NATO violava le promesse fatte ai russi sovietici nel 1990 e 1991.

Roland Dumas, ministro degli esteri francese dal 1988 al 1993, ha partecipato a tutti i colloqui ad alto livello 2+4 all’epoca della riunificazione della Germania e della fine della guerra fredda. In un’intervista concessa al sito lescrises.fr il 13 febbraio, Dumas ha confutato la versione occidentale secondo cui “nessuna garanzia” era stata data a Mosca. L’intervista, con sottotitoli in inglese, è pubblicata su https://www.youtube.com/watch?v=ddg8APRm1ZA&t=3s.

Dumas ha spiegato al blogger Olivier Berruyer che la delegazione dell’URSS presente ai negoziati chiese un impegno da parte dell’Occidente in modo che “nessuna truppa NATO si sarebbe potuta spostare nelle zone del Patto di Varsavia che stavano per essere disarmate”. E i rappresentanti occidentali, ricorda Dumas, accettarono “formalmente” questo impegno. Anche se non fu ufficialmente scritto negli accordi, ha detto, fu concordato da tutte le parti coinvolte, come una logica contropartita per l’URSS, di accettare una Germania riunificata nella NATO e il ritiro delle forze armate di Mosca.

Dumas sottolinea nell’intervista che i colleghi americani e tedeschi, James Baker e Hans-Dietrich Genscher, confermarono in seguito che a Gorbaciov erano state date tali assicurazioni.

Nonostante l’esplosività di quest’intervista, essa non è stata ripresa dai media occidentali, ma alcuni di essi si sono sentiti obbligati a riportare la notizia pubblicata da Der Spiegel il 18 febbraio, riguardante i documenti scoperti dallo storico statunitense Joshua Shifrinson nell’Archivio Nazionale Britannico che confermano la versione russa. Tra questi documenti c’è un memorandum che cita il diplomatico tedesco Jürgen Chrobog, che partecipò a una riunione dei direttori politici dei ministeri degli esteri di Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia e Germania a Bonn il 6 marzo 1991: “Avevamo chiarito durante i negoziati 2+4 che non avremmo esteso la NATO oltre l’Elba. Non potevamo quindi offrire l’adesione alla NATO alla Polonia e agli altri”.

Lo stesso memorandum mostra che il rappresentante degli Stati Uniti in quella riunione, Raymond Seitz, era d’accordo con Chrobog: “Abbiamo chiarito all’Unione Sovietica – sia nel 2+4 che in altri colloqui – che non approfitteremo del ritiro delle truppe sovietiche dall’Europa orientale”, dichiarò Seitz. “La NATO non dovrebbe espandersi a est, né formalmente, né informalmente”.

Un altro alto diplomatico degli Stati Uniti, l’ex ambasciatore in Russia Jack Matlock, ha scritto in un commento del 15 febbraio su antiwar.com, che nel 1990 “a Gorbaciov fu assicurato, anche se non in un trattato formale, che se una Germania unificata fosse stata autorizzata a rimanere nella NATO, non ci sarebbe stato alcun movimento della NATO verso est, “non un centimetro”.

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