Berlino: piani per criminalizzare le proteste sociali come “nemiche della democrazia”

Il Ministro dell’Economia tedesco ed ex leader del partito dei Verdi Robert Habeck afferma di condividere le preoccupazioni della popolazione per l’inflazione dei prezzi e per i gravi tagli al tenore di vita, ma la sua è una politica di deindustrializzazione e di drastica austerità. Invece di agire contro gli speculatori sui mercati dell’energia, intende salvare i commercianti in pericolo di insolvenza imponendo una nuova tassa speciale ai consumatori privati e alle industrie – che probabilmente sarà dell’ordine di “centinaia di euro per famiglia”. E questo, in aggiunta ai prezzi che aumenteranno in ogni caso.

Allo stesso tempo, Habeck sostiene che le riserve strategiche di gas possono essere riempite fino al 90% entro novembre, ma per farlo le famiglie e l’industria dovranno compiere notevoli sforzi volontari per ridurre il consumo di energia. Per quanto riguarda l’industria, le grandi aziende si stanno già muovendo “volontariamente” per ridurre il consumo energetico fino al 30-32%. La realtà è che si sta riducendo la produzione reale, il che significa tagli all’occupazione che non saranno temporanei. Per quanto riguarda lo sforzo “volontario” dei privati, numerose organizzazioni sociali e assistenziali avvertono che fino a un terzo delle famiglie, in particolare quelle con pensioni e redditi bassi o madri sole, non potranno permettersi i tagli che il governo ha “previsto” come inevitabili.

Anche se in apparenza regna ancora la calma, in Germania la rabbia sta crescendo e potrebbe esplodere nel periodo autunnale e invernale, con la gente che scende in piazza. Gli agricoltori, colpiti dall’impennata dei prezzi dei fertilizzanti, del gasolio e dell’elettricità, oltre che dai drastici tagli all’uso dei pesticidi imposti dal “green deal”, stanno organizzando una manifestazione nazionale di protesta a Berlino per il 26 agosto, mentre gli artigiani seguiranno due giorni dopo con una manifestazione a Dessau.

Il governo è consapevole di questo potenziale esplosivo, come indica il ministro degli Interni Nancy Faeser (della SPD). Ma invece di cambiare politica, lei e altri a Berlino si preparano a reprimere le proteste come se fossero rivolte di “estremisti”. La settimana scorsa la Faeser ha ribadito che gli “estremisti di destra” e altri radicali che hanno protestato contro le misure di blocco durante la pandemia sfrutteranno ora l’aumento dei prezzi per mobilitare la popolazione dietro un comune denominatore: “Il disprezzo per la democrazia e il tentativo di scuotere la fiducia nello Stato”.  Ha poi incolpato Vladimir Putin dell’inflazione.

Da lì a demonizzare chiunque critichi le politiche di Berlino e dell’UE come “nemico della democrazia” il passo è breve. Che Bruxelles stia già stilando le sue “liste di proscrizione”?

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