Urgente appello di cittadini e istituzioni da tutto il mondo al prossimo Presidente degli Stati Uniti!

Lo Schiller Institute ha pubblicato e diffuso in tutte le lingue il seguente appello, il 17 maggio. Invitiamo i lettori a sottoscriverlo sul sito dello Schiller Institute e a diffonderlo il più possibile.

Il 10 giugno ricorre il 60° anniversario del famoso discorso di John F. Kennedy all’American University su quello che lui stesso definì “l’argomento più importante della terra: la pace nel mondo”.

Kennedy pronunciò quel discorso meno di un anno dopo la crisi missilistica di Cuba del 1962, nel bel mezzo della Guerra Fredda, ma riuscì ad esortare gli ascoltatori a guardare al di là del conflitto geopolitico e all’interesse dell’umanità nel suo complesso.

Oggi ci troviamo in una situazione strategica più pericolosa di quella all’apice della crisi missilistica di Cuba. I sistemi d’arma offensivi della NATO sono più vicini ai confini della Russia di quanto non lo fosse Cuba per gli Stati Uniti. Il potere distruttivo delle armi NATO è ancora maggiore, il tempo di preavviso prima del lancio è più breve e la fiducia tra i leader delle grandi potenze nucleari, rispetto a quella tra Kennedy e Krusciov, è praticamente inesistente. Il Bulletin of the Atomic Scientists ha fissato l’orologio dell’apocalisse a 90 secondi prima della mezzanotte e potrebbe essere fin troppo ottimistico.

Il mondo rischia di dividersi in due blocchi: un blocco NATO-USA-GB-UE e un blocco Russia-Cina-Sud del mondo. Ciò comporta il grave pericolo di una nuova guerra mondiale, che sarebbe nucleare e comporterebbe quindi l’annientamento della specie umana. Dato che la Russia e gli Stati Uniti possiedono attualmente il 90% di tutte le armi nucleari, armi che potrebbero distruggere il mondo più volte, è urgente per ogni essere umano sulla terra impegnarsi per trovare una via d’uscita. La soluzione deve essere su un piano che superi la geopolitica e assuma la prospettiva dell’interesse di tutta l’umanità.

I sottoscritti esprimono quindi la speranza che il (prossimo) Presidente degli Stati Uniti trovi in sé la grandezza d’animo di adottare il punto di vista espresso da JFK nel suo storico discorso.

Kennedy disse quel giorno:

“Che tipo di pace intendo? Che tipo di pace cerchiamo? Non una Pax Americana imposta al mondo dalle armi da guerra americane. Non la pace dei sepolcri o la sicurezza dello schiavo. Sto parlando di una pace autentica, quella che rende la vita sulla terra degna di essere vissuta, che consente agli uomini e alle nazioni di crescere, di sperare e di costruire una vita migliore per i loro figli – non solo la pace per gli americani, ma la pace per tutti gli uomini e le donne – non solo la pace nel nostro tempo, ma la pace per tutti i tempi”.

Molti penseranno che oggi sia impossibile che un Presidente americano pronunci un discorso del genere. Putin viene oggi dipinto come più malvagio di quanto lo fosse Krusciov all’epoca, e anche la Cina viene dipinta come una grande minaccia. Ma Kennedy espresse stima nei confronti dei russi, lodando i loro grandi contributi nella scienza, nell’industria e nella cultura. Ne elogiò il coraggio nella Seconda Guerra Mondiale e nella sconfitta di Hitler, per la quale sacrificarono più di 26 milioni di vite. Il mondo ha bisogno di un presidente americano che sappia comprendere la migliore tradizione di ogni nazione, comprese Russia e Cina, e considerarla la base per la fiducia reciproca e per la pace.

Noi sottoscritti vogliamo che l’America torni a essere l’America espressa in quel bellissimo discorso di JFK. Vogliamo che gli Stati Uniti tornino a essere un faro di speranza e un tempio della libertà. Crediamo che questa sia la base per la ‘pace per tutti i tempi’, come disse JFK.”

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