Un’altra pessima idea della Commissione Europea: guerra commerciale contro le auto elettriche cinesi

Il 13 settembre la Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha annunciato un’inchiesta sui sussidi statali alle auto elettriche esportate in Europa. La mossa, basata su accuse di mancanza di trasparenza alla parte cinese, potrebbe portare a dazi punitivi sui veicoli prodotti in Cina. Ciò colpirebbe in particolare le case automobilistiche tedesche che producono molto nel paese del Dragone e che sarebbero soggette a misure di ritorsione da parte di Pechino, avvertono gli esperti. In realtà, anche i governi europei, compreso quello di Berlino, concedono sussidi sostanziali ai produttori di e-car, ma questo non viene considerato.

Il Ministero del Commercio cinese ha reagito prontamente, accusando l’UE di “un comportamento sfacciatamente protezionistico” e avvertendo che l’indagine “avrà un impatto negativo sui rapporti economici e commerciali tra Cina e UE.” Pechino “presterà molta attenzione alla tendenza protezionistica e alle azioni successive della parte europea e salvaguarderà fermamente i diritti e gli interessi legittimi delle imprese cinesi”.

Gabriel Felbermayr, direttore dell’Istituto austriaco di ricerca economica (WIFO), ha dichiarato al Frankfurter Allgemeine Zeitung (15 settembre) che, in una potenziale guerra commerciale sulle auto elettriche, “la Cina esporta più verso l’UE che non viceversa, ed è quindi più vulnerabile a dazi punitivi nel complesso”. Per la Germania, tuttavia, un’escalation della disputa commerciale sarebbe difficile da sopportare. L’auto elettrica BMW “iX3″, ad esempio, viene prodotta solo in Cina e l’azienda dovrebbe quindi pagare i dazi. In proporzione al PIL, la Germania sarebbe colpita più duramente”. L’industria automobilistica è il più grande settore industriale della Germania e produce più di qualsiasi altro paese europeo.

Tuttavia, nei primi sei mesi del 2023 gli ordini di e-car in Germania sono diminuiti del 50% rispetto allo stesso periodo del 2022. Questo calo non è dovuto all’aumento delle vendite di e-car di produzione cinese, né alla ricerca di veicoli a prezzi più bassi, ma piuttosto alla mancanza di fiducia nel fatto che le capacità di ricarica delle batterie e di autonomia miglioreranno nel prossimo futuro. Si tratta di ostacoli che anche gli esportatori cinesi devono affrontare.

Per la Volkswagen, ciò ha conseguenze dirette: lo stabilimento di Zwickau, presentato come pioniere del passaggio del gruppo alle auto elettriche, ha annunciato orari di lavoro ridotti per diverse settimane e non rinnoverà i contratti in scadenza dei dipendenti con contratti a termine. Questo stabilimento costruisce esclusivamente auto elettriche per i marchi VW, Audi e Cupra. Si teme che altri dipendenti con contratti a tempo determinato possano avere un destino simile e trovarsi disoccupati. Attualmente vi lavorano circa 10.700 persone.

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