Nasce una coalizione filo-nucleare in Svizzera

Un rapporto governativo pubblicato alla fine dell’anno scorso avvertiva che entro il 2025 le luci in Svizzera potrebbero spegnersi, poiché la quantità di elettricità prodotta da fonti rinnovabili (solare, eolica e anche idroelettrica) non compenserà la perdita dovuta alla chiusura delle centrali nucleari entro quella data. Anche le prospettive di ulteriori importazioni dall’Unione Europea sono scarse, a causa della mancanza di un accordo con Bruxelles. Inoltre, il partito dei Verdi svizzero chiede che la centrale nucleare di Beznau, costruita nel 1969, sia chiusa immediatamente.

Data l’enorme insicurezza energetica, la direzione del partito liberale (FDP) ha appena approvato una mozione per cambiare la legge che vieta la costruzione di nuove centrali nucleari. Il consiglio esecutivo del partito non ha ancora approvato la proposta, che dovrebbe essere votata alla fine di questa settimana. Se si dovesse arrivare a un voto del Parlamento (Consiglio nazionale), l’FDP avrebbe probabilmente il sostegno del Partito popolare (SVP), ma per ottenere la maggioranza avrebbe bisogno di un terzo partito, che potrebbe essere il Partito di centro. Il dibattito in Consiglio Nazionale, e forse il voto, è previsto per quest’estate.

Inoltre, è partita una nuova iniziativa politica del Club svizzero dell’energia per raccogliere le centomila firme necessarie ad indire un referendum nazionale che abroghi il divieto di costruzione di nuove centrali nucleari. La presidente del Club, la democristiana Vanessa Meury, ha annunciato che la richiesta è già alla Cancelleria federale per un esame preliminare.

Una vittoria dell’iniziativa permetterebbe agli svizzeri di stabilire un precedente ed essere i primi a respingere leggi antinucleari, come quelle in Germania, Italia, Austria, Spagna e Svezia.

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