L’UE in brandelli mentre si avvicina lo tsunami economico

Tra i racconti più usati dalla propaganda occidentale, oltre a quello che “Kiev sta vincendo la guerra”, c’è la “straordinaria coesione” mostrata dall’Europa di fronte alla “minaccia russa”. La realtà sta demolendo entrambi. La verità è che l’Europa non è mai stata così disunita. I conflitti tra i membri dell’UE su sanzioni, allargamento dell’Unione e NATO si sono inaspriti mentre la situazione economica, sociale e politica sta per esplodere.

La dinamica inflattiva che colpisce le economie occidentali sta per abbattersi con la forza di uno tsunami. La Commissione Europea ha rivisto le stime di “crescita” al 2,7% per l’Eurozona quest’anno, con un tasso di inflazione al 6,1%. Il che significa che la crescita reale stimata è a meno 3,4%. Ma queste stime saranno riviste nuovamente, a giudicare dalle cifre dell’inflazione dei prezzi alla produzione in Germania: +34% in aprile su base annua. Questo verrà inevitabilmente trasferito ai prezzi al consumo, al più tardi in autunno. Il che significa inflazione a due cifre nell’economia più importante d’Europa.

Il politologo tedesco Andreas Zick, dell’Istituto per la Ricerca Interdisciplinare sui Conflitti e la Violenza all’Università di Bielefeld, ha scritto che “l’inflazione sta già avendo l’effetto” di aumentare la sfiducia nella politica, come è riflesso nella scarsa affluenza alle urne delle recenti elezioni regionali. “La coesione si sta sgretolando, proprio perché si basa sulla prosperità e sulla giustizia economica”, ha affermato.

E continuerà a sgretolarsi se l’UE insisterà nel voler combattere l’inflazione con misure inefficaci ed inique. Invece di eliminare la radice del problema, tagliando la liquidità alla bolla speculativa, Bruxelles aumenta l’ingiustizia economica. Un esempio è data dalla pressione esercitata sul governo italiano per varare le “riforme” poste come condizione per indebitarci con il cosiddetto Recovery Fund, come quella sulle concessioni balneari o quella del catasto, mirante ad aumentare le tasse sulla casa.

“È il tipico modo in cui l’UE si fa odiare”, ha dichiarato Giulio Tremonti a TG2 Post. L’UE è “devastata”, ha aggiunto l’ex ministro dell’Economia. Un esempio: “Illustri statisti vanno al Parlamento Europeo [Draghi] e dicono, di fronte ad un’aula semivuota: cambiamo la regola dell’unanimità. Quattordici stati dicono subito: no, teniamo la regola dell’unanimità”.

Allo stesso modo, la Commissione promette a Kiev una corsia preferenziale per l’ingresso nell’UE e il giorno dopo il governo francese alza la paletta e dice che devono essere seguite le procedure formali, che richiedono anni. La politica delle sanzioni verso Mosca è già fallita. Il sesto pacchetto, che doveva essere approvato il 18 maggio, è ancora per aria a causa dell’opposizione ungherese all’embargo petrolifero. Inoltre, il veto al pagamento del gas russo in rubli è ignorato da tutti i grandi importatori.

Mentre lo stallo nella governance UE è una buona notizia nella misura in cui impedisce altre misure autolesionistiche, d’altro canto non si fa niente per fermare lo tsunami iperinflazionistico e il crollo dell’economia reale in corso, o per proteggere il reddito delle famiglie e neutralizzare la bolla speculativa con le “Quattro leggi di LaRouche” (vedi https://movisol.org/per-fare-di-nuovo-grande-lamerica-devono-essere-adottate-la-quattro-leggi-di-larouche/).

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