La sentenza della Corte tedesca mette Berlino nei guai

Il 15 novembre, la Corte costituzionale tedesca ha stabilito che la decisione del governo di un anno fa di trasferire al Fondo per il clima e la trasformazione (KTF) i fondi destinati all’emergenza Covid e non utilizzati, viola la clausola costituzionale sul “freno al debito” ed è quindi illegale. Ciò lascia il governo di Berlino con un buco finanziario di 60 miliardi di euro nel piano di 216 miliardi di iper-ambiziosi progetti climatici fino alla fine del 2026.

“La sentenza è lo scenario peggiore per il ‘semaforo’ [la coalizione di governo di tre partiti]”, ha commentato l’economista Jens Südekum dell’Università Heinrich Heine di Düsseldorf, consigliere del ministro Verde dell’Economia Robert Habeck. Finora sembra che sia assicurato solo il finanziamento del programma di efficienza energetica, che ha lo scopo di sovvenzionare la sostituzione dei sistemi di riscaldamento nelle case private, mentre tutto il resto è “sotto esame”, secondo Südekum. I sussidi al prezzo dell’elettricità e per l’insediamento dell’industria dei chip in Germania sarebbero destinati ad essere tagliati.

Il governo ha cercato di minimizzare le conseguenze della sentenza. Habeck ha dichiarato che i progetti green previsti saranno comunque realizzati “anche se con meno soldi” – una proposta irrealistica. Anche il reperimento di nuovi fondi è problematico, poiché l’opposizione CDU (Cristiano Democratici), a cui si deve il ricorso che ha portato alla sentenza della Corte costituzionale, ha avvertito che farà ricorso contro ogni nuovo trucco tentato dal governo. Saccheggiare altre voci del bilancio creerebbe attriti tali fra i tre partner della coalizione, che il governo potrebbe non sopravvivere. L’SPD si opporrebbe ai tagli che riguardano i progetti sociali e del mercato del lavoro, mentre dichiarare l'”emergenza climatica” per giustificare una sospensione del freno al debito, come stanno considerando l’SPD e i Verdi, si scontrerebbe con l’opposizione dell’FDP.

Anche il rinvio degli investimenti previsti del KTF a una fase successiva, ad esempio al 2024 e al 2025, verrebbe contestato dalla CDU presso la Corte costituzionale. Qualunque sia l’approccio adottato, aumenterà l’ingovernabilità della Germania, anche nel caso di un cambio della guardia a Berlino che però non volti pagina riguardo all’ossessiva politica di protezione del clima e non si concentri sugli investimenti da tempo attesi nell’economia reale, in particolare nelle infrastrutture classiche e in un approvvigionamento energetico affidabile, come l’energia nucleare. Per tali investimenti, il freno al debito dovrebbe essere tolto definitivamente, anche perché i progetti finanziati creerebbero più ricchezza reale dell’importo investito.

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