Kiev ammette di attaccare il territorio russo perché sta perdendo la guerra

Quando hanno finalmente cominciato ad ammettere l’impossibilità di sconfiggere militarmente la Russia sul terreno, i sostenitori occidentali dell’Ucraina hanno iniziato a spostare la strategia in direzione della guerra asimmetrica, prendendo di mira il territorio e la popolazione della Russia vera e propria. Lo ha ammesso apertamente il Gen. Vadym Skybytskyi, vicecapo della principale divisione dell’intelligence militare ucraina (HUR). Egli ha dichiarato al giornalista del Guardian Luke Harding che la vittoria sul campo di battaglia è attualmente impossibile, “data la superiorità militare della Russia e la carenza da parte ucraina di proiettili d’artiglieria e aerei da combattimento”.

Pertanto, ha suggerito che Kiev non aveva “altra scelta” se non quella di portare la lotta su obiettivi in profondità dietro le linee nemiche, nella stessa Russia, comprese le infrastrutture militari, i centri di comando e controllo e i siti di produzione industriale che producono “armi e munizioni”.

Un obiettivo primario per il regime ucraino è il ponte di Kerch che collega la Russia alla Crimea e che permette di evitare le zone di conflitto sulla terraferma. Secondo i funzionari dell’HUR con cui Harding ha parlato, è in corso di pianificazione un terzo tentativo di far saltare il ponte, dopo il fallimento dei primi due. “Lo faremo nella prima metà del 2024”, ha detto un funzionario al giornalista, aggiungendo che Kyrylo Budanov, il superiore di Skybytskyi, aveva già “la maggior parte dei mezzi per realizzare questo obiettivo”.  Budanov starebbe seguendo un piano approvato da Zelenskyy, apparentemente per “ridurre al minimo” la presenza navale della Russia nel Mar Nero.

Ricordiamo che solo poche settimane fa, una discussione tra alti ufficiali militari tedeschi sull’opzione di usare il missile da crociera Taurus per distruggere il ponte è stata divulgata alla stampa, causando un grande scandalo (cfr. SAS 13-14/24).

Oltre a colpire le strutture petrolifere e le raffinerie russe vicino al confine con il Donbass, la settimana scorsa le forze ucraine hanno lanciato attacchi a circa 1.200 km di profondità all’interno dei confini russi, nel Tatarstan, nella zona del Volga. Secondo un comunicato stampa ufficiale, i droni “erano equipaggiati con sistemi della NATO”.

Il cambiamento di strategia delle forze ucraine, di fronte all’inevitabile sconfitta, è senza dubbio una delle ragioni dei gravi scossoni avvenuti nel governo di Kiev nelle ultime settimane, ultimo dei quali il licenziamento, due settimane fa, di quattro alti consiglieri del Presidente e di due rappresentanti presidenziali. Pochi giorni prima era stato messo alla porta Oleksii Danilov, che ricopriva la carica di segretario del Consiglio di sicurezza e difesa nazionale.

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