James Bond non ha mai scoperto l’origine di un virus

Il 26 maggio Joe Biden ha annunciato di aver ordinato alla comunità d’intelligence USA di condurre un’indagine sulle origini della pandemica di Covid-19 e consegnare un rapporto entro novanta giorni. L’annuncio ha fatto seguito ad una campagna mediatica in cui ambienti britannici hanno, come solitamente, fabbricato falsi elementi di prova. Stavolta la campagna verte sulla probabilità che il virus sia “scappato” in qualche modo dal famoso laboratorio di Wuhan e mira chiaramente a esercitare pressioni sulla Cina.

Scoprire l’origine esatta di un virus è in realtà desiderabile per l’intera comunità scientifica e medica, allo scopo di trovare i rimedi più efficaci, ma l’indagine va affidata agli addetti ai lavori, cioè ai ricercatori e non alle spie.

Tre giorni prima dell’annuncio di Biden, il Wall Street Journal ha rivelato il contenuto di un rapporto di intelligence “di un paese amico” secondo cui nel novembre 2019 tre ricercatori dell’Istituto di Virologia di Wuhan si ammalarono gravemente, tanto da dover essere ricoverati in ospedale. Ciò aggiungerebbe credibilità all’ipotesi che il virus sia sfuggito dal laboratorio, se non fosse che in quella data il virus già circolava in Europa, come è stato scoperto in Italia e Spagna.

E guarda caso, l’autore della “rivelazione” del WSJ, Michael R. Gordon, è lo stesso che nel 2002 rivelò che Saddam Hussein stava allestendo armi di distruzione di massa (https://www.nytimes.com/2002/09/08/world/threats-respon ses-iraqis-us-says-hussein-intensifies-quest-for-bomb-parts. html?scp=1&sq=gordon%20miller%20september%20 8%202002&st=cse).

Tuttavia, la campagna sul laboratorio di Wuhan era già stata avviata il 3 maggio da un giornalista britannico, Nicholas Wade, con un articolo nel Bulletin of Atomic Scientists. Wade è stato redattore scientifico di Science e Nature e promuove l’agenda malthusiana almeno dal 1976, anno in cui contribuì alla stesura del rapporto “Unfinished Agenda” della Fondazione Rockefeller. Ha poi fatto carriera nel New York Times fino al 2012.

Nel 2014 pubblicò un libro sullo sviluppo dei geni, sostenendo che il QI umano è determinato geneticamente e socialmente, una teoria razzista che spinse oltre cento scienziati a scrivere una lettera di protesta al Times.

Nel suo nuovo articolo, Wade sopraffà il lettore con una pletora di informazioni e “prove” scientifiche per sostenere l’ipotesi del virus fatto in laboratorio, che non reggono all’analisi degli esperti (https://medika.life/debunking-nicholas- wades-origin-of-covid-conspiracy-theory/) . Ciononostante, diciotto ricercatori statunitensi hanno firmato una lettera alla rivista Science chiedendo una nuova inchiesta della WHO sul laboratorio di Wuhan.

E non appena Biden ha annunciato la nuova inchiesta, la comunità d’intelligence del Regno Unito ha fatto sapere che aiuterà gli americani. “Stiamo fornendo l’intelligence che abbiamo su Wuhan e offrendo il nostro aiuto agli americani per corroborare e analizzare ogni intelligence che hanno loro e su cui possiamo assisterli”, ha dichiarato una fonte anonima di Whitehall al Telegraph.

Come notato in apertura, accertare l’origine di un virus è cruciale, ma l’indagine deve essere condotta dagli scienziati e non dall’intelligence. Inoltre, un’inchiesta dovrebbe riguardare non solo le strutture di Wuhan, ma tutti i laboratori che conducono ricerche simili nel mondo, inclusi gli USA. Tutti i laboratori hanno protocolli che tracciano il lavoro e gli esperimenti compiuti e l’accesso agli atti deve avvenire in uno spirito di collaborazione.

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