In risposta alle provocazioni di guerra di Washington, Pechino toglie i guanti

Dall’abbattimento di un pallone aerostatico cinese che sarebbe stato usato a scopo di spionaggio, all’aumento della vendita di armi a Taiwan, fino all’ordine a Pechino di non fornire armi letali alla Russia, le minacce dell’amministrazione Biden contro la Cina hanno superato ogni limite. Di conseguenza, Pechino sta abbandonando il proprio tradizionale riserbo diplomatico.

Il 20 febbraio, appena un giorno prima della pubblicazione del documento concettuale sull’Iniziativa di Sicurezza Globale (vedi SAS 8/23), il Ministero degli Esteri cinese ha pubblicato un duro attacco alla politica estera degli Stati Uniti in un documento intitolato “L’egemonia USA e i suoi pericoli”. Nell’introduzione si afferma apertamente ciò che molti credono in tutto il mondo, compresi gli Stati Uniti e l’Europa.

“Da quando sono diventati il Paese più potente del mondo, dopo le due guerre mondiali e la guerra fredda, gli Stati Uniti agiscono con maggiore audacia per interferire negli affari interni di altri paesi, perseguire, mantenere l’egemonia ed abusarne, promuovere la sovversione e l’infiltrazione e scatenare intenzionalmente guerre, danneggiando la comunità internazionale.

Gli Stati Uniti hanno sviluppato un copione egemonico per inscenare ‘rivoluzioni colorate’, istigare dispute regionali e persino lanciare direttamente guerre con il pretesto di promuovere la democrazia, la libertà e i diritti umani. Aggrappati alla mentalità della Guerra Fredda, essi hanno intensificato la politica dei blocchi e alimentato conflitti e scontri. Hanno esteso eccessivamente il concetto di sicurezza nazionale, abusato dei controlli sulle esportazioni e imposto sanzioni unilaterali agli altri. Hanno adottato un approccio selettivo al diritto e alle regole internazionali, utilizzandole o scartandole a proprio piacimento, e hanno cercato di imporre regole che servissero i propri interessi nel nome del mantenimento di un ‘ordine internazionale basato sulle regole’.”

Il documento prosegue denunciando l’abuso di egemonia degli Stati Uniti “in campo politico, militare, economico, finanziario, tecnologico e culturale”.

Lo stesso tono combattivo è stato usato dal portavoce del Ministero degli Esteri Wang Wenbin nella conferenza stampa del 23 febbraio, quando gli è stato chiesto dell’avvertimento del Dipartimento di Stato americano sui legami Cina-Russia. “Gli Stati Uniti sono il primo guerrafondaio al mondo”, ha sottolineato. “Gli Stati Uniti sono responsabili di circa l’80% di tutti i conflitti armati del secondo dopoguerra. Sono anche i primi a violare la sovranità ed ingerirsi negli affari interni di altri Paesi… Dalla fine della Seconda guerra mondiale, gli Stati Uniti hanno cercato di sovvertire più di 50 governi stranieri, hanno interferito pesantemente nelle elezioni in almeno 30 Paesi e hanno tentato di assassinare più di 50 leader stranieri”.

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