Il vertice USA-Africa: il dragone nella stanza era la Cina

Quarantanove capi di Stato e di governo africani si sono riuniti a Washington dal 13 al 15 dicembre per il secondo vertice USA-Africa. Tutti i partecipanti erano ben consapevoli del fatto che Biden aveva deciso di organizzare la conferenza per promuovere una politica in contrapposizione alla Cina e in secondo luogo alla Russia.

Ma chi si aspettava delle tirate sulle presunte “trappole del debito” di Pechino, immancabili negli interventi pubblici dei membri del governo USA, è rimasto deluso: nel programma pubblico si è parlato poco di questi argomenti, senza dubbio per paura di ripercussioni. A quanto pare, l’amministrazione Biden si è resa conto che i leader africani accolgono con favore i progetti infrastrutturali e lo sviluppo reale che la Cina ha portato nel continente e non rifiuteranno tali iniziative, tanto meno cadranno nella trappola del China-bashing.

L’importanza della Cina come attore economico in Africa ha superato da tempo quella degli Stati Uniti. Secondo l’U.S. Institute of Peace, un’istituzione del governo federale, nel 2021 il commercio tra Cina e Africa in entrambe le direzioni è stato di quattro volte superiore a quello degli Stati Uniti con il continente nero. In termini di investimenti esteri diretti, che sostengono centinaia di migliaia di posti di lavoro a livello locale, la Cina fornisce circa il doppio del livello degli Stati Uniti. Nel complesso, la Cina rimane di gran lunga il principale finanziatore dei paesi africani.

Benché il rapporto con la Russia sia lievemente diverso, pochi leader africani hanno accettato la propaganda della NATO sull’Ucraina, avendo compreso la ragione più profonda di questa guerra per procura. Inoltre, sono consapevoli che le sanzioni occidentali sono responsabili del blocco delle vitali forniture di cereali dalla Russia e dall’Ucraina verso l’Africa.

Il presidente del Senegal Macky Sall, attuale presidente dell’Unione africana, ha riassunto la posizione africana in un’intervista al New York Times: “Che nessuno ci dica: no, non lavorate con Tizio e Caio, lavorate con noi. Noi vogliamo lavorare e commerciare con tutti”.

Washington ha promesso un aumento del commercio e degli investimenti e la Casa Bianca ha menzionato la cifra di 55 miliardi di dollari in aiuti all’Africa nei prossimi cinque anni. Non è chiaro che cosa implichi questo. L’Amministrazione Biden ha parlato di promozione dell’economia digitale, soprattutto nel tentativo di scalzare il ruolo di Huawei, e di sviluppo di fonti energetiche rinnovabili. Come al solito, oltre agli aiuti umanitari d’emergenza, sono stati promessi fondi per la promozione delle “democrazie” e per il “contrasto alla disinformazione”.

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