Fare del 2023 un buon anno

Esattamente un anno fa, nel primo numero del 2022, scrivemmo con sollievo che i cinque membri permanenti del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite avevano sottoscritto una dichiarazione che affermava che “una guerra nucleare non può essere vinta e non deve mai essere combattuta”. Ma da allora, con l’escalation della guerra per procura tra Russia e NATO in Ucraina, in occidente si sono sentite parole in libertà sull’uso di armi nucleari tattiche, oltre ad articoli e dichiarazioni sulla presunta intenzione “folle” di Putin di usare “l’arma finale” nel teatro bellico. Finora l’Armageddon nucleare è stato evitato, ma il pericolo non è scomparso e non scomparirà finché non verrà imbastita una nuova architettura di sicurezza.

La dinamica del pericolo di guerra è alimentata dal crollo del sistema finanziario neoliberista, basato su milioni di miliardi di carta senza valore e titoli fittizi, come abbiamo spesso spiegato. Il tentativo di preservare il sistema fallito con un illusorio “mondo unipolare” può solo condurre ad ulteriore iperinflazione, crollo economico e, per i paesi poveri, alla diffusione di carestie ed epidemie “di dimensioni bibliche”.

Tuttavia, allo stesso tempo si sta costruendo un nuovo ordine economico nel “non-Occidente”, ispirato dai successi della Belt and Road Initiative della Cina e sul multipolarismo. Le nazioni rivendicano il diritto alla crescita e allo sviluppo senza condizioni, siano esse dal FMI o dall’UE. Il gruppo dei BRICS (Brasile, Russia, India, Cina e Sud Africa) sarà rinvigorito dalla nuova (vecchia) Presidenza brasiliana, mentre quindici altri paesi del Sud Globale hanno espresso interesse ad unirsi al gruppo nel futuro prossimo. Si compiono i primi passi nello sperimentare valute di riserva diverse dal dollaro per finanziare gli scambi bilaterali.

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