Elezioni in Bassa Sassonia: l’SPD tira un sospiro di sollievo

I risultati delle elezioni del 9 ottobre per il parlamento della Bassa Sassonia non mettono direttamente in discussione il futuro della grande coalizione del Cancelliere Scholz, ma data la crisi energetica, l’impennata del costo della vita e le pressioni internazionali sulla Germania, la boccata d’aria per il governo di Berlino sarà di breve durata. Il grande sconfitto è in ogni caso il partito cristiano-democratico, che è passato dal 33,6% delle ultime elezioni al 28,1% di quest’anno.

In verità, dei tre partiti della grande coalizione, solo i Verdi hanno realmente guadagnato voti, passando dall’8,7% ad un impressionante, ma inquietante, 14,5%. I socialdemocratici (SPD), pur rimanendo il partito di maggioranza relativa, hanno perso il 3,5% e sono scesi al 33,4% del totale. I Liberali (FDP) non hanno nemmeno superato la soglia di sbarramento del 5%, ottenendo solo il 4,7% (meno 2,8% rispetto alle ultime elezioni).

I Verdi hanno raccolto in parte il voto dei giovani, influenzati dall’ideologia gretinista della fine del mondo. Ma va anche detto che la SPD paga la scelta di porre fine alla coalizione con la CDU e di voler governare insieme ai Verdi. Pertanto, molti elettori socialdemocratici hanno deciso che, verde per verde, tanto vale votare per l’originale, il che spiegherebbe la “migrazione” di 180.000 elettori dall’SPD ai verdi.

Allo stesso modo, il partito di destra Alternativa per la Germania è passato dal 6,2% al 10,9% dei suffragi, molti dei quali provenienti da ex elettori della CDU. Oltre a perdere voti in assoluto, la CDU ha anche perso l’immagine di “competenza economica” che aveva da tempo tra le piccole e medie imprese ed è ora considerata non migliore della SPD. La base del partito dovrà valutare se l’elezione di Friedrich Merz, un ex manager di Black Rock, a presidente nazionale della CDU alla fine dello scorso anno sia stata una scelta saggia. Da allora il partito si è costantemente allontanato dalla tradizionale base di sostegno.

Questa tendenza è particolarmente visibile negli stati dell’Est, dove le manifestazioni di protesta vengono spesso organizzate da ex membri della CDU che hanno abbandonato il partito a causa della sua inazione sui temi sociali ed esortano i cittadini a protestare contro l’aumento dell’inflazione, l’avanzata del “genderismo” e l’ecologismo radicale, come i piani per l’uscita totale dal carbone.

L’unico politico democristiano ancora stimato dagli elettori è il governatore della Sassonia Michael Kretschmer, che si è ripetutamente pronunciato a favore della fine delle sanzioni contro la Russia e per una soluzione diplomatica in luogo dell’invio di armi all’Ucraina.

Il prossimo governo della Bassa Sassonia sarà pure SPD-Verdi, ma ciò non avrà alcun effetto sulla situazione nell’est della Germania, dove si concentra il crescente movimento di protesta. E se il governo nazionale diventerà più “verde” in seguito alle elezioni del 9 ottobre, le proteste non potranno che aumentare.

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