“Coloro che gli Dei vogliono distruggere”

Attivisti politici, scienziati, economisti, agricoltori, professionisti della sanità ed esperti militari e di intelligence hanno partecipato alla conferenza dello Schiller Institute il 26-27 giugno per analizzare la crisi esistenziale che minaccia l’umanità e deliberare sui mezzi richiesti per mobilitare il mondo a sostegno di un nuovo paradigma scevro da malthusianesimo e geopolitica, e basato sulla “pace attraverso lo sviluppo”. Uno dopo l’altro, questi “patrioti e cittadini del mondo” hanno espresso apprezzamento per gli sforzi dello Schiller Institute e della sua fondatrice, Helga Zepp-LaRouche.

Quest’ultima ha svolto l’intervento di apertura, intitolato “Coloro che gli Dei vogliono distruggere: la guerra con Russia e Cina è peggio che MAD”, un gioco di parole in inglese, nel quale “mad” assume sia il significato di “pazzo” sia quello dell’acronimo “Mutually Assured Destruction”, la storica dottrina della Distruzione Reciproca Assicurata, l’equilibrio del terrore (durante la guerra fredda) che tenne il mondo sospeso sul pericolo di guerra nucleare tra i blocchi. Un titolo stabilito da tempo ma quanto mai attuale, ha osservato la relatrice, all’indomani della provocazione militare britannica nelle acque della Crimea mirante a sabotare i piccoli progressi ottenuti nel vertice tra i Presidenti Biden e Putin, dove i due hanno riaffermato il principio che “una guerra nucleare non può essere vinta”. Il dispiegamento intenzionale di una nave da guerra britannica nelle acque territoriali russe, ha dichiarato, è un altro esempio dello sforzo imperiale britannico di trascinare gli Stati Uniti in un conflitto militare con la Russia e dimostra quanto sia facile provocare una guerra, persino una guerra nucleare, con tali azioni malvagie.

La signora Zepp-LaRouche ha poi passato in rassegna mezzo secolo di impegno da parte di Lyndon LaRouche e del suo movimento politico a livello mondiale contro la follia del malthusianesimo, proponendo soluzioni basate sull’unione tra le grandi nazioni e le grandi culture del mondo in un nuovo ordine mondiale basato sulla dignità dell’uomo, la cooperazione scientifica e l’educazione estetica. Avessero prestato ascolto a mio marito, ha detto, il disastro globale che si sta sviluppando avrebbe potuto essere evitato. Tuttora è il caso che ogni soluzione richiede l’ascolto alle “sagge parole di Lyndon LaRouche”, come ebbe a dire il fu Presidente messicano José Lopez Portillo. La Presidente dello Schiller Institute ha ribadito durante tutto l’arco dei lavori della conferenza il concetto alla base del Comitato per la Coincidenza degli Opposti, creato da ella stessa e dall’ex Ministro della Sanità statunitense Joycelyn Elders, secondo il quale la costruzione di strutture moderne di sanità pubblica in ogni nazione non solo è necessaria per porre fine alla pandemia e impedirne di future, ma esige anche la seria considerazione degli altri aspetti delle infrastrutture richieste per la sanità moderna, come la gestione di acqua potabile, la produzione abbondante di energia e i moderni mezzi di trasporto.

Un’alternativa all’”Ordine (unipolare) basato sulle regole”

Andrey Kortunov, direttore generale del Consiglio Russo per gli Affari Internazionali (il principale pensatoio associato al Ministero russo per gli Affari Esteri), ha preso la parola dopo la signora Zepp-LaRouche, sul tema “Il vertice di Ginevra ha cambiato i rapporti tra Stati Uniti e Russia?” Kortunov ha osservato che, dati gli attacchi politici statunitensi alla Russia e al suo governo, le aspettative per il vertice erano alquanto risicate, ma la decisione di asserire congiuntamente che una guerra nucleare non può essere vinta e non deve essere combattuta, e l’accordo sulle trattative ad alto livello per il disarmo, sulla guerra cibernetica e su altri temi sono segni di speranza per il miglioramento dei rapporti tra le due grandi potenze. Tuttavia, ha detto, un progresso duraturo non sarà possibile senza idee innovative che, come quelle discusse alla conferenza dello Schiller Institute, superino la “saggezza convenzionale”.

Nella prima sessione hanno parlato anche Atul Aneja, direttore di Indianarrative.com; il col. Richard Black, ex capo della Divisione Penale dell’Esercito (JAG); Ray McGovern, ex esperto di Russia per la CIA e co-fondatore dei Veterani Professionisti di Intelligence per la Sanità mentale (VIPS).

La vera scienza dei cambiamenti climatici e perché il nucleare è necessario

Jason Ross, consigliere scientifico dello Schiller Institute, ha aperto la seconda sessione ricordando che nella concezione larouchiana dell’economia fisica, la chiave dello sviluppo economico e della produttività è l’infrastruttura di base organizzata come piattaforma produttiva.

Oggi, ha proseguito, “la componente centrale di una piattaforma infrastrutturale è senza dubbio l’energia. Fu il motore a vapore, liberando l’energia chimica contenuta nel carbone, a trasformare questa in movimento e a scatenare l’industrializzazione del mondo, una nuova era per l’umanità nell’economia globale, e a innalzare le aspettative medie di vita di un paio di decennî. Non dovremmo mai cessare di stupirci per quanto esso sia stato impressionante, potente e assolutamente essenziale nella storia dell’economia e dell’umanità”.

“Lo sviluppo dell’elettricità ha trasformato il tipo di risorse disponibili, il nostro rapporto con quelle risorse e il tipo di prodotti che siamo capaci di creare, superando il [mero] movimento e creando cose come saldature con fasci di elettroni, a laser, e così via”.

“Il potere del nucleo atomico non è stato minimamente sviluppato, ma ci mostra il potenziale di livelli energetici, superiori di molti ordini di grandezza a ciò che si ottiene con l’elettricità di origine chimica, con i pannelli solari e roba simile. Potenzialmente, la fusione nucleare trasformerebbe, in un modo molto potente, il nostro rapporto col mondo circostante, paragonabile solo allo sviluppo della caldaia a vapore [nel suo tempo]”.

Ma è l’energia stessa a essere nel mirino del complesso militare- industriale allargato, discusso nella prima sessione, ha proseguito Ross. “Ci viene detto che il pianeta è minacciato dal flagello dei cambiamenti climatici provocati dall’uso sconsiderato e illimitato dei combustibili fossili da parte dell’uomo, per immissione di enormi quantità di biossido di carbonio nell’atmosfera, e che questi combustibili fossili, che da decennî sono assolutamente essenziali per migliorare la vita degli esseri umani, devono essere abbandonati immediatamente. E guai a chi osasse essere in disaccordo”!

“Ci viene detto che la scienza con la lettera maiuscola sia ‘definitiva’, che non vi sia spazio per un dibattito sul tema e che dobbiamo accettare le restrizioni, pur non capendole. Non è così che funziona la scienza; la scienza è un processo, è uno sviluppo, è scoperta. Così, oggi vedremo come la crescita economica, lo sviluppo della biosfera e l’enorme quantità di energia che il mondo richiede siano tra loro coerenti e come la presunta scienza dei cambiamenti climatici sia piena di buchi”.

Nella sessione, hanno preso la parola Megan Dobrodt, presidente dello Schiller Institute statunitense; Kelvin Kemm, ex presidente della Nuclear Energy Corporation del Sud Africa; Emanuel Höhener, presidente della rete svizzera Carnot- Cournot; Augustinus Berkhout, presidente del Climate Intelligence Group; Horst-Joachim Lüdecke, professore emerito di Tecnologia e Economia all’Università della Saarland; Nicola Scafetta, docente di Oceanografia e Fisica dell’Atmosfera presso l’Università Federico II di Napoli; Ben Greenspan, direttore dell’American Board of Science in medicina nucleare; Paul Driessen, consigliere del Committee for a Constructive Tomorrow e Vincenzo Romanello, fondatore di “Atomi per la Pace”.

Invitiamo i lettori a seguire tutti i video su: https://schillerinstitute.com.

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