Biden ha torto marcio sull’inflazione

Il 3 giugno, dopo un incontro col presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, Biden ha dichiarato che la lotta all’inflazione è la sua “massima priorità economica”.  Ha attribuito la colpa dell’impennata dei prezzi a due fattori: il fatto che gli Stati Uniti siano entrati nella “ripresa più robusta della storia moderna”, e quelli che ha definito “i rincari di Putin”, che secondo lui stanno facendo lievitare i prezzi di cibo e gas.  Per affrontare la prima causa individuata, Biden si è impegnato ad agire per “passare da una rapida ripresa ad una crescita stabile e costante in modo da ridurre l’inflazione”.  La chiave di tutto questo, ha detto, è “dare alla Federal Reserve lo spazio necessario per operare”.

In qualche modo, gli è stato permesso di sorvolare sul fatto che la Fed ha avuto molto spazio e lo sta usando dal 2008, soprattutto dal quarto trimestre del 2019, per aumentare massicciamente l’offerta di moneta. Un’analisi economica competente, che applichi ad esempio la “teoria della tripla curva” di Lyndon LaRouche, dimostrerebbe che una delle principali cause dell’inflazione è stata proprio la politica della Fed di pompare grandi volumi di liquidità a basso costo nelle mani degli speculatori, attraverso il Quantitative Easing, per far salire i valori azionari delle imprese che non fanno abbastanza profitti per pagare gli interessi sui debiti. Questo non è certo un segno di “economia robusta”, ma piuttosto un esempio di catena di Sant’Antonio gestita da mega banche e istituti finanziari.

Gran parte del pompaggio di liquidità dal quarto trimestre del 2019 è avvenuto attraverso il mercato interbancario, che consente alle banche di prendere in prestito denaro dalle banche maggiori per 24 ore, per coprire i debiti immediati. Dal 17 settembre 2019, quando la Fed ha rilevato lo sportello  dopo che le banche lo avevano abbandonato – per timore che i prestiti non venissero ripagati e che ulteriori prestiti portassero ad insolvenze a catena – il volume di denaro iniettato nel mercato interbancario è aumentato enormemente e i termini di rimborso sono passati da 24 ore a giorni, poi a settimane, diventando infine praticamente quasi “prestiti perpetui” (vedi https://wallstreetonparade.com/2022/01/nomura-jpmorgan-and-goldman-sachs-received-a-cumulative-8-trillion-from-the-feds-emergency-repo-loans-in-fourth-quarter-of-2019/).

Se da un lato questa ondata di liquidità ha evitato un’ondata di insolvenze, dall’altro ha aumentato l’indebitamento totale delle banche, prosciugando al contempo i prestiti per le attività produttive. Pertanto, la “robusta ripresa” propagandata da Biden non è altro che una nuova bolla, che fa salire i valori cartacei di azioni e obbligazioni mentre crolla la produzione fisica.

Per aumentare la confusione scatenata dalla sua dichiarazione, Biden ha affermato – falsamente – che da quando è entrato in carica, “le famiglie hanno meno debiti, i loro risparmi medi sono aumentati… e più americani si sentono finanziariamente tranquilli”.  In realtà, il debito delle famiglie è in aumento e il debito totale dei consumatori è a un livello record; il tasso di risparmio personale è sceso dal 16% del reddito disponibile al 4,5% (chi può risparmiare in un periodo di inflazione sostenuta?) e i sondaggi mostrano che quasi l’80% degli americani pone l’inflazione in cima alla lista delle preoccupazioni.

E, dal momento che ha dichiarato di avere piena fiducia nella Fed, si noti che gli ultimi due presidenti della banca centrale hanno ammesso di essersi sbagliati sull’inflazione. Sia Janet Yellen che il suo successore Powell hanno promosso la linea che l’inflazione sarebbe stata “transitoria”. La Yellen, ora Segretario al Tesoro, ha giustificato il suo fallimento dicendo che non aveva previsto le “molteplici varianti” del COVID e gli aumenti dei prezzi di cibo ed energia dovuti all'”invasione russa”. Ancora una volta falso, perché l’inflazione è iniziata prima che la pandemia scoppiasse e prima dell’intervento militare russo in Ucraina.

I dati diffusi dal Bureau of Labor Statistics, il 10 giugno, mostrano un ulteriore aumento dell’indice dei prezzi al consumo dell’8,6% rispetto a maggio 2021, il più grande aumento annuale dal 1981. L’indice dei prodotti alimentari è aumentato del 10,1% e quello dell’energia del 34,6% rispetto allo scorso anno.

Vladimir Putin ha anticipato il tentativo di scaricabarile di Biden nei commenti rilasciati il 3 giugno. Ha correttamente indicato nell’enorme espansione della massa monetaria la causa principale dell’inflazione statunitense, affermando che si è trattato di un “errore commesso dalle autorità finanziarie ed economiche degli Stati Uniti”, e che “un aumento di produttività senza precedenti” c’è stato, ma è quello “delle macchine per stampare denaro”. Per quanto riguarda l’aumento dei prezzi dell’energia, ha indicato come causa principale dell’inflazione la sostituzione nell’Unione Europea di tecnologie energetiche efficienti, come quelle basate sugli idrocarburi, con “tipi di energia alternativa meno efficienti, come l’energia solare ed eolica”.

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