Sessione 1: Con una sola voce da India, Africa, Cina e Italia

Sam Pitroda, ex consigliere dei primi ministri indiani Rajiv Gandhi e Manmohan Singh, ha auspicato il cambiamento dall’attuale ordine di sicurezza, basato su comando e controllo, verso uno fondato sulla cooperazione, nonché la sostituzione delle motivazioni del potere e del profitto con quelle dei bisogni della gente e del pianeta. Non basta promuovere i diritti umani, bisogna soddisfare i bisogni fisici della popolazione, ha detto.

Pitroda è stato seguito da Jay Naidoo, ministro nel governo di Nelson Mandela in Sudafrica e combattente per la libertà contro l’apartheid. Nel contesto della costruzione di una nuova ed inclusiva architettura di sicurezza, ha detto, l’Africa, “un continente con risorse minerarie e naturali che alimentano un’economia globale e il profilo demografico più giovane del mondo”, intende svolgere un ruolo di primo piano. “Non abbiamo bisogno di una potenza globale che agisca come nostro poliziotto. Ci sforziamo di elevarci al di sopra del paradigma di guerra guidato dal pensiero imperiale e coloniale”.

Chen Xiaohan, dell’Associazione popolare cinese per la pace e il disarmo, ha lanciato un appello appassionato per una “comunità con un futuro condiviso per l’umanità”, che Xi Jinping ha promosso. Ha individuato la causa di molti dei problemi strategici di oggi nelle “contraddizioni di sicurezza regionale fermentate nel corso dei decenni”, in cui non si tiene conto delle legittime preoccupazioni di sicurezza di tutte le parti.

Alessia Ruggeri del Comitato per la Repubblica in Italia ha sottolineato l’ipocrisia delle potenze occidentali, che chiedono la pace mentre alimentano le fiamme della guerra con massicci invii di armi all’Ucraina. Ha descritto l’assurdità del governo italiano che aumenta le spese militari, mentre l’economia è al collasso, con imprese che chiudono e difficoltà per le famiglie.

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