Presidente della Guyana: cibo, acqua potabile e lavoro vengono prima del clima
Il presidente della Guyana Irfaan Ali ha festeggiato, il 5 luglio, la Giornata dell’Ambiente ricordando i principii fondamentali di ogni sistema economico o di governo: prima vengono le persone. “Non possiamo trattare i temi climatici senza affrontare i bisogni e i desideri fondamentali degli esseri umani”, ha detto. “Non possiamo nemmeno parlare dei cambiamenti climatici se ci sono persone affamate, che non hanno accesso all’acqua, che non hanno un salario o un reddito. A loro non resta che cercare ogni possibile modo di sopravvivere”, ha aggiunto.
La Guyana è tra i più poveri paesi del mondo. Nel 2017, il 41% della popolazione viveva al di sotto della soglia di povertà, con meno di 5,50 dollari al giorno. Tuttavia, la scoperta di vasti giacimenti di petrolio al largo della sua costa atlantica nel 2019 ha cambiato le prospettive del paese, il cui PIL è cresciuto del 43% nel 2020.
Ali ha ricordato che, secondo l’Unicef, una persona su due nel mondo non ha accesso ad acqua potabile e circa 4,2 miliardi di persone non hanno impianti di sanificazione, per non parlare di alloggi adeguati.
In quel contesto, il presidente della Guyana ha stigmatizzato il doppiopesismo dei “climatisti”, che discriminano i paesi poveri esercitando pressioni per utilizzare forme “sostenibili” di energia che hanno ingenti costi di capitale. “E il monopolio è in mano alle stesse nazioni che hanno sfruttato petrolio e gas per svilupparsi”, ha aggiunto. Inoltre, nonostante la deforestazione non sia sostenibile, in alcuni paesi la gente vi fa ricorso “per avere in tavola cibo per i figli e per la comunità”.
Rispondendo indirettamente a chi critica il suo paese per la decisione di continuare ad estrarre petrolio e gas, Ali ha chiarito che non cederà alle pressioni. La Guyana continuerà “lo sfruttamento responsabile delle risorse in quel settore produttivo”, ha dichiarato.