Prende forma un nuovo partito politico in Germania

Dopo la pubblicazione della petizione di Sahra Wagenknecht e Alice Schwarzer il 10 febbraio, che chiedeva un cessate il fuoco in Ucraina e una diplomazia di pace, sottoscritta da quasi un milione di persone, e la manifestazione di massa a Berlino il 25 febbraio (vedi SAS 7, 9/23), tutti si aspettavano la creazione di un nuovo partito politico. Dopotutto, sia la Wagenknecht, leader storica del partito Die Linke, sia Alice Schwarzer, icona femminista alla cui vita è stata recentemente dedicata una serie televisiva, hanno un ampio seguito al di là dei partiti. Tuttavia, benché la prima avesse annunciato che non si sarebbe ricandidata con la Linke alle politiche del 2025 per disaccordi sulla linea, non è successo molto negli ultimi mesi, se non che l’esecutivo del partito, attorno ai due presidenti Martin Schirdewan e Janine Wissler, ha dichiarato a giugno: “Il futuro della sinistra è un futuro senza Sahra Wagenknecht”.

Ma la situazione sta cambiando, con una serie di accenni, pubblici e meno pubblici, al fatto che l’atteso nuovo partito politico potrebbe essere annunciato a settembre. Il 6 agosto, Amira Mohamed Ali, alleata di Wagenknecht, ha annunciato che non si ricandiderà a co-presidente del gruppo della Linke al Bundestag. L’11 agosto, l’ex cofondatore e presidente del partito della Linke Klaus Ernst, ha rimproverato i colleghi in un’intervista alla radio bavarese. Nel partito c’è “una folta schiera di clown politicamente incompetenti”, ha detto, sia ai vertici che nella base. “Nel partito ci sono persone la cui esperienza di lavoro si limita al fatto che una volta, da studenti, hanno riempito uno scaffale del supermercato”, ha aggiunto, parlando della trasformazione del partito da rappresentante delle forze lavoratrici a un “minestrone” di varie correnti anti-industriali. La stessa Wagenknecht aveva già denunciato in un libro questa tendenza come “radical-chic”.

Inoltre, un altro parlamentare di spicco, Alexander Ulrich, ha attaccato la dirigenza del partito, che “nonostante anni di sconfitte elettorali non vuole capire perché è difficile che ci votino molti lavoratori, persone socialmente svantaggiate o movimenti pacifisti”. Invece di cercare di riconquistare questi elettori, ha accusato, la dirigenza del partito si è buttata sulle politiche per il clima nel tentativo “fondamentalmente sbagliato” di corteggiare gli elettori verdi.

Ma i leader del partito sembrano essere sordi a queste proteste, nonostante il fatto che la Linke potrebbe perdere pesantemente a settembre nelle due elezioni regionali in Baviera ed Assia, soprattutto se si formerà un nuovo partito, a cui i sondaggi attribuiscono un potenziale fino al 20% nelle future elezioni politiche.

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