Pakistan: bloccato per ora il tentativo di Regime Change

Il 3 aprile, a poche ore da un voto di sfiducia, il Primo ministro pakistano Imran Khan ha sciolto il Parlamento e indetto elezioni anticipate. L’opposizione ha fatto ricorso presso la Corte costituzionale, che mentre scriviamo queste righe non ha ancora emesso un verdetto. Se il ricorso verrà respinto, le elezioni si terranno tra novanta giorni.

Gli alleati di Khan chiamano “amici dell’America” e “traditori del Paese” le forze dietro la mozione di sfiducia. Secondo lo stesso Khan, il Vicesegretario di Stato USA per gli Affari dell’Asia meridionale e centrale Donald Lu è coinvolto nel “complotto straniero” per rovesciare il governo. Lu avrebbe profferito la minaccia all’ambasciatore pakistano negli USA. Altre fonti citano un funzionario USA che avrebbe detto che i rapporti USA-Pakistan “miglioreranno” quando Khan se ne sarà andato.

Il Washington Post, noto tifoso dei cambiamenti di regime, se l’è presa con Khan personalmente, accusandolo di aver “mal gestito l’economia”, di amare lo “scontro politico” e – venendo al sodo – di essersi lanciato nello sforzo di “spostare l’asse della politica estera dagli USA verso regimi autoritari”. È vero che Khan si è rifiutato di aderire alla linea USA-Nato verso la Russia e alle sanzioni contro Mosca, scegliendo di non schierarsi e di rimanere al di fuori dei giochi geopolitici. Egli ha stretto alleanza con la Cina e si è offerto di mediare tra Pechino e Washington, offerta snobbata dal governo USA, che esercita pressioni su Pechino affinché rompa con Mosca.

Il Post aggiunge un ulteriore motivo al desiderio di rovesciare Khan: l’intenzione di trasformare il sistema politico pakistano da parlamentare a presidenziale. Dato che nessun Premier pakistano arriva a fine legislatura, a causa degli intrighi parlamentari fomentati da forze esterne, la riforma presidenziale darebbe all’esecutivo più stabilità e forza per difendere gli interessi del paese.

Khan ha esortato i giovani a sostenerlo per garantire un futuro di indipendenza e sovranità al Pakistan e ha ricordato il ruolo di Washington nella defenestrazione ed esecuzione del Primo ministro Ali Bhutto nel 1977, dopo che l’allora Segretario di Stato Henry Kissinger lo aveva minacciato di fare di lui “un terribile esempio”, qualora Bhutto non avesse desistito dal programma nucleare pacifico. La decisione di sciogliere il Parlamento è stata presa per difendere la nazione dagli eredi geopolitici di Kissinger, ha detto Kahn.

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