Nasce il governo Meloni

Il 22 ottobre, il nuovo governo italiano ha giurato di fronte al Presidente della Repubblica e il 25 ottobre si è recato alle Camere per il voto di fiducia. Sia nella composizione del governo, sia nel discorso pronunciato da Giorgia Meloni a Montecitorio ci sono cose notevoli, nel bene e nel male. Come il nuovo Presidente del Consiglio ha sottolineato, si tratta di un ritorno innegabile alla politica, dopo tanti anni di tecnici. Nel nuovo governo non ce n’è nessuno, nemmeno al Ministero dell’Economia, dove si è insediato il leghista Giancarlo Giorgetti. Questi faceva già parte del governo Draghi, in cui era anche vice Presidente del Consiglio. Promosso dall’Industria al Tesoro, Giorgetti però retrocede nelle gerarchie, perché il nuovo capo delegazione della Lega al governo e Vicepresidente del Consiglio col portafoglio delle Infrastrutture è il rivale Salvini. L’altro vice è Antonio Tajani, la nomina del quale agli Esteri è una piccola sensazione dopo le dichiarazioni di Berlusconi su Putin e sull’Ucraina fatte arrivare alla stampa.

La Meloni, nel discorso alla Camera, ha ripetuto il mantra che difendere la libertà dell’Ucraina significa difendere la nostra libertà e ha giurato di mantenere gli impegni in sede NATO, G7 e UE in sostegno a Kiev, ma allo stesso tempo ha fatto il muso duro con l’UE, annunciando che è finita l’era della “subalternità” e dei “complessi d’inferiorità”. L’Italia e il suo governo affrontano una tremenda tempesta, ha detto, ma le finanze non si risanano con l’austerità bensì con lo sviluppo.

La sera precedente Salvini, ospite a Porta a Porta, aveva annunciato che il Ponte sullo Stretto di Messina e l’alta velocità da Salerno a Reggio Calabria e in Sicilia sono tra gli obiettivi su cui si concentrerà, confermando quanto aveva affermato in campagna elettorale. La nomina dell’ex Presidente della Sicilia Nello Musumeci a ministro per il Mezzogiorno, un forte sostenitore del Ponte, fa ben sperare che alle parole seguano i fatti.

Fermo restando che la posizione in politica estera del governo Meloni continua a tenere l’Italia su un sentiero suicida da cobelligerante nella guerra per procura tra USA e Russia, da qui a due settimane, col voto di midterm negli USA, le cose potrebbero cambiare.

“La percentuale di obiettivi condivisibili del discorso di Giorgia Meloni ci costringe a condividere la sfida per la loro realizzazione. Un’opposizione di maniera, cieca e pregiudiziale avrebbe senso solo nella certezza di una sua celere caduta; invece è più realistico pensare a come realizzare concretamente quello che è nell’interesse del Paese,” ha dichiarato il noto economista progressista Nino Galloni.

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