Moniti sul pericolo di una guerra nucleare dagli Stati Uniti e dall’Italia

Nei paesi della NATO sono emerse molte voci che chiedono ai rispettivi governi di prendere in considerazione le legittime richieste di garanzie di sicurezza da parte Mosca finora respinte. Dagli Stati Uniti, Tulsi Gabbard, un’ex congressista delle Hawaii ed ex candidata presidenziale del Partito Democratico, che ha partecipato a quattro missioni di combattimento come soldato in Iraq, è finita sotto accusa per le sue critiche esplicite al complesso militare-industriale-finanziario e alle sue politiche di guerra. In un intervento su Fox News il 24 febbraio, ha dichiarato che se il presidente Biden avesse “tolto la NATO dai negoziati per l’Ucraina”, ora non saremmo in questa pericolosa situazione. Anche se non appoggia l’intervento militare russo in Ucraina, la Gabbard è estremamente preoccupata che qualsiasi “reazione di rappresaglia” tra Stati Uniti e Russia – le due maggiori potenze nucleari – potrebbe degenerare in un conflitto nucleare “da un momento all’altro”.

Il 13 febbraio, la Gabbard si era chiesta, in un tweet, perché la NATO si ostinasse tanto a non dare alla Russia le garanzie richieste. “È perché i guerrafondai in realtà VOGLIONO che la Russia invada, così da poter emettere sanzioni draconiane contro Mosca e stabilire fermamente una nuova Guerra Fredda che assicuri profitti a non finire per il Complesso Militare Industriale nei prossimi decenni?”

Anche gli altri due ospiti della trasmissione, il giornalista e premio Pulitzer Glenn Greenwald e il colonnello in congedo Danny Davis, hanno chiesto alla NATO di non consentire l’adesione dell’Ucraina.

* Alfred-Maurice de Zayas è un docente di diritto internazionale ed ex esperto indipendente di diritti umani delle Nazioni Unite. In un’intervista su Sputnik News del 26 febbraio, egli ricorda che mentre l’Occidente denuncia a viva voce l'”operazione speciale” della Russia in Ucraina, la NATO stessa ha violato la Carta delle Nazioni Unite molte volte (https://sputniknews.com/20220226/ukraine-nato-bloc-has-neither-moral-authority-nor-credibility-to-judge-russia-ex-un-expert-says-1093391442.html). “In realtà, la NATO non è un’organizzazione ‘difensiva’, ma al contrario, un’organizzazione per azioni offensive. I paesi della NATO hanno commesso crimini di aggressione, crimini di guerra e crimini contro l’umanità in Jugoslavia, Afghanistan, Iraq, Libia e Siria. Non solo la NATO manca di autorità morale, ma anche di credibilità, poiché ha diffuso ‘fake news’ e false narrazioni quando si preparava a tutte le guerre di aggressione”. Quanto agli Stati Uniti, essi “intendono il diritto internazionale come uno strumento geopolitico, da usare o violare all’occorrenza”.

De Zayas sottolinea inoltre che alla conferenza sulla sicurezza di Monaco del 19-20 febbraio, “il segretario generale della NATO Jens Stoltenberg ha detto che ‘Se la Russia vuole meno NATO ai suoi confini, ottiene il contrario, ottiene più NATO’.” Questa, secondo lui, “è stata una provocazione inutile, lanciare il guanto di sfida a Putin”. Allo stesso tempo, ha aumentato la fornitura di armi all’Ucraina, “una minaccia molto chiara contro Mosca e contraria alla Carta delle Nazioni Unite”.

* Dall’Italia, l’ex direttore dell’Ufficio dell’ONU per il controllo delle droghe e la prevenzione del crimine Pino Arlacchi ha chiesto una soluzione alla crisi che preveda la sovranità per l’Ucraina e la sicurezza per la Russia. In un articolo postato su FB ricorda che, nel 1990-91, ai leader russi erano state date ampie assicurazioni che la NATO non si sarebbe estesa verso est, ma quelle promesse sono state poi disattese (vedi SAS 8/22). “I maggiori esperti americani di Russia, dal mitico George Kennan all’ambasciatore a Mosca, Jack Matlock, al segretario alla difesa di Clinton, William Perry, furono unanimi nel ritenere che i timori russi erano fondati e che la loro richiesta di garanzie di sicurezza era legittima. L’allargamento della NATO verso est, quindi, era per loro un’idea unnecessary, reckless and provocative“.

Qual è la soluzione oggi? Si chiede Arlacchi. “L’unica strada percorribile è un accordo che fornisca alla Russia le garanzie di sicurezza che richiede invano da trent’anni, in cambio della cessazione dell’attacco e di un impegno a lungo termine per il rispetto della sovranità dell’Ucraina. Ciò può avvenire per iniziativa europea, può includere la ripresa degli accordi di Minsk ed anche la creazione di uno status di neutralità per l’Ucraina. …e l’Europa dovrebbe smetterla di scherzare con il fuoco solo per compiacere il suo padrone d’oltreoceano”.

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