L’impero anglo-americano: “scatenate i mastini della guerra!”
Il 6 settembre scorso, in occasione del sessantaseiesimo incontro settimanale consecutivo online della Coalizione Internazionale per la Pace (IPC), si è svolto un dialogo straordinario che ha riunito esperti scientifici, militari e politici, i quali hanno affrontato diverse sfaccettature della folle politica perseguita dai leader di Stati Uniti ed UE.
Folle perché il loro obiettivo, ha avvertito Helga Zepp-LaRouche aprendo l’incontro, è “infliggere alla Russia una sconfitta strategica” che, dato lo status di superpotenza atomica di Mosca, è impossibile da raggiungere senza iniziare una guerra nucleare. Preoccupa la nuova dottrina supersegreta del Presidente Biden sulle armi nucleari, alcuni aspetti della quale il Pentagono ha in realtà iniziato ad attuare quasi 20 anni fa (cfr. SAS 35, 36/24).
L’aspetto tecnico del funzionamento di questa dottrina è stato ripreso da Ted Postol, docente emerito del MIT, nonché uno dei maggiori esperti mondiali di armi nucleari. Gli Stati Uniti hanno prodotto, a caro prezzo, armi dotate di un “super detonatore”, progettate per riuscire a distruggere preventivamente i missili ancora nei sili sia in Russia che in Cina, contemporaneamente. Secondo lui, si potrebbe perseguire questo approccio solo se si volesse combattere e vincere una guerra nucleare, una visione straordinariamente illusoria. Qualsiasi ufficiale russo che analizzasse questo sviluppo sarebbe costretto a concludere che gli Stati Uniti stanno effettivamente pianificando di attaccare in qualche momento.
Nel corso del dialogo, Postol ha scioccato tutti sottolineando che la pianificazione della guerra nucleare negli Stati Uniti è fatta in gran parte “in modo rituale”, da persone che non hanno una vera conoscenza degli effetti fisici reali delle armi nucleari. I terrificanti effetti collaterali, come le massicce tempeste di fuoco, non vengono presi in considerazione nella pianificazione. “Non riescono nemmeno a capire bene gli effetti fisici di base”, ha detto. Ha criticato, in particolare, i civili nei posti di responsabilità al Pentagono, che non hanno idea della realtà della guerra.
Un altro relatore è stato il col. Larry Wilkerson, capo dello staff dell’ex Segretario di Stato americano Colin Powell dal 2002 al 2005, nel periodo in cui la guerra in Iraq veniva pianificata e poi messa in atto, esperienza da cui egli si è pubblicamente dissociato al termine della propria carriera militare. Wiklerson ha raccontato alcune discussioni avute all’epoca con Powell sulla natura assolutamente sconsiderata della pianificazione militare degli Stati Uniti e ha iniziato il suo intervento citando il Giulio Cesare di Shakespeare (Atto III): “Create distruzione e scatenate i mastini della guerra”. Questo, ha detto, riassume l’atteggiamento assunto dall’“impero americano”.
Oggi, per la prima volta dai tempi della Guerra Fredda, ha detto, si sentono alti ufficiali parlare della presunta utilità delle armi nucleari. Queste armi, ha sottolineato, sono molto redditizie per gli appaltatori della difesa. Nel 1991-92, quando sia gli Stati Uniti che la Russia stavano smantellando le rispettive armi nucleari, i leader del complesso militare-industriale “si spaventarono a morte”.
Il punto di vista europeo è stato espresso dal colonnello tedesco Prof. Dr. Wilfried Schreiber (in congedo), ricercatore senior presso l’Istituto WeltTrends per la politica internazionale di Potsdam, e dal colonnello Ralph Bosshard (in congedo) dell’Esercito svizzero, consulente in materia di questioni strategico-militari. Ai relatori si è aggiunto, durante la discussione, l’ex ambasciatore statunitense Jack Matlock (vedi sotto). Per visualizzare gli atti della riunione dell’IPC, consultare il sito https://schillerinstitute.com/blog/2024/09/07/.