Le Nazioni Unite ospitano una settimana di intensa diplomazia internazionale
Questa potrebbe essere una settimana cruciale per la diplomazia internazionale, con i capi di Stato e di Governo e molti altri leader che si riuniscono a New York per il dibattito generale dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, dal 24 al 30 settembre. A margine del dibattito, si riuniranno i Ministri degli Esteri del G-20 e un incontro separato è previsto per gli stessi Ministri dei BRICS, mentre sono in corso numerose discussioni bilaterali, che probabilmente si riveleranno più sostanziose dell’agenda ufficiale.
A prescindere dall’argomento specifico degli incontri o dal rango dei partecipanti, la questione principale dovrebbe essere quella di fermare la folle corsa verso una guerra nucleare. Un fattore scatenante in questo senso potrebbe essere la decisione di Biden o di chiunque gestisca la Casa Bianca a questo punto, di permettere formalmente o informalmente alle forze ucraine di colpire in profondità il territorio russo, il che significherebbe portare la NATO direttamente in guerra con la Russia (cfr. SAS 38/24).
Il partito anglo-americano della guerra sta esercitando intense pressioni in tal senso. Per l’occasione, con un aereo militare Washington ha fatto appositamente arrivare negli Stati Uniti Zelensky, il quale ha iniziato la propria visita in un impianto di munizioni dell’esercito americano in Pennsylvania (non a caso, la Pennsylvania è uno Stato in bilico nelle elezioni presidenziali). Da lì, passerà all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite e incontrerà Biden e Kamala Harris il 26 settembre.
Proprio mentre Kiev lascia intendere che i negoziati con Mosca potrebbero essere possibili, le tensioni aumentano rapidamente nell’Asia Sudoccidentale. L’obiettivo del governo di Benjamin Netanyahu sembra essere quello di attirare sia l’Iran sia Hezbollah in un’escalation del conflitto, spingendoli all’azione attraverso una serie di attacchi sempre più provocatori, tra cui assassinii, come le esplosioni dei cercapersone e la serie di attacchi nel Sud del Libano che hanno causato centinaia di morti e migliaia di feriti.
Il modo per uscire da questa escalation bellica apparentemente inarrestabile è cambiare il contesto mondiale nel suo complesso. Il declino del potere e della posizione morale delle potenze transatlantiche e della NATO sta incoraggiando, se non costringendo, i Paesi non occidentali a cercare di costruire un nuovo ordine mondiale basato sulla crescita economica e su relazioni vantaggiose per tutti. Questa dinamica dovrebbe essere confermata negli incontri in corso all’interno e intorno alle Nazioni Unite. Il ministro degli Esteri cinese Wang Yi, presente a New York, intende fare dell’Iniziativa di Sviluppo Globale proposta dal presidente Xi Jinping il fulcro di tutti i suoi interventi. E l’India starebbe lavorando a diverse iniziative di pace.