La Svezia verso un nuovo governo, ma occorre anche una nuova politica

Lunedì 19 settembre, il leader del Partito Moderato (conservatore), Ulf Kristersson, ha iniziato a sondare le possibilità di formare un governo dopo che il centro-destra ha ottenuto una maggioranza risicata di due seggi alle elezioni politiche, portando il Primo Ministro Magdalena Andersson, socialdemocratica, a dimettersi il 15 settembre. Un governo Kristersson avrebbe il sostegno dei Democratici Svedesi (nazionalisti) e dei piccoli partiti cristiano-democratico e liberale.

Non ci si attendono grandi cambiamenti da un governo di questo tipo, nonostante l’ampio voto di protesta contro il paradigma neoliberista che ha portato al 20% dei consensi per i Democratici Svedesi – più degli alleati Moderati. L’establishment rimane comunque saldamente al controllo e promuove l’agenda geopolitica a sostegno della NATO. Il controllo sui media è quello dei tempi di guerra, con infiniti servizi dei media carichi di emozioni che fomentano il sostegno alla guerra contro la Russia.

In effetti, la Svezia ha scioccamente sostenuto l’escalation verso la guerra mondiale, proprio come hanno fatto gli Stati baltici, con un assurdo atteggiamento suicida. Le forze armate agiscono già come se il Paese fosse un membro della NATO, nel quadro dei precedenti e ampi accordi di partnership e di nazione ospitante. Sono già stati effettuati molti dispiegamenti di forze in spedizioni congiunte, in particolare in Afghanistan.

Ora è la Turchia a ostacolare l’adesione della Svezia alla NATO. Il Presidente Erdogan ha inviato un messaggio “incoraggiante” al Primo Ministro in pectore Kristersson, ricordandogli tutte le condizioni poste da Ankara per l’adesione della Svezia all’Alleanza, in particolare l’espulsione dei politici curdi che vivono nel Paese. Ma nemmeno gli xenofobi Democratici sarebbero in grado di garantire questa condizione, il che significa che l’adesione svedese e finlandese sarà probabilmente rimandata fino a quando non ci sarà un cambiamento in Turchia.

Su altre questioni, il nuovo governo dovrebbe sostenere l’energia nucleare, ma dato che è anche favorevole al sistema di mercato neoliberista per l’elettricità, non ci saranno prezzi più bassi, poiché ogni produzione extra andrà alla Germania. Inoltre, il salvataggio del sistema finanziario è già in corso ed è iniziato il 5 settembre, con una garanzia di liquidità per le aziende elettriche pari a 25 miliardi di euro.

Infine, notiamo che il premier Magdalena Andersson, nell’annunciare le dimissioni, ha parlato di “tenere la porta aperta” alla formazione di un nuovo governo con l’opposizione. Ciò significa che esiste ancora l’opzione di una “Grande Coalizione”, per tenere fuori dal potere gli “irresponsabili” Democratici Svedesi, in particolare se la guerra della NATO con la Russia dovesse espandersi, richiedendo la formazione di una coalizione da tempo di guerra. Un simile governo sinarchista sarebbe difficile da ostacolare, ma non impossibile, data la rivolta popolare contro l’aumento dei prezzi dei carburanti e l’austerità economica che si riflette nei risultati elettorali.

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