La Nigeria rilancia il progetto Transaqua per il Lago Ciad

Dopo quattro anni di stallo, il progetto Transaqua per il Lago Ciad potrebbe ricevere nuovo impulso dopo che il ministro delle Risorse Idriche della Nigeria, Suleiman Adamu, ha dichiarato che il progetto va sbloccato e ha chiesto aiuto alla Banca per lo Sviluppo Africano (AfDB). Adamu è intervenuto ad una conferenza della News Agency of Nigeria (NAN) ad Abuja e, come ha riferito la NAN il 2 ottobre, ha “chiesto più finanziamenti e comprensione da parte dei partner internazionali per impedire che il Lago Ciad scompaia totalmente”.

Il ministro ha ricordato che i paesi del bacino del Lago Ciad sostennero all’unanimità il progetto del Trasferimento Idrico Inter-Bacini in una conferenza ad Abuja nel 2018 (alla quale partecipò anche l’EIR). Come parte della dichiarazione della conferenza, fu stabilito che l’AfDB dovesse creare un fondo infrastrutturale di 50 miliardi di dollari per l’Africa.

“Benché non abbiamo bisogno di 50 miliardi per il Lago Ciad (…) almeno, con quel tipo di finanziamenti, il trasferimento idrico ha un’altra prospettiva, quella in base alla quale si possono creare un collegamento stradale e canali navigabili. Si possono creare molte dighe e schemi idroelettrici di cui beneficerebbero paesi come la Repubblica Centrafricana. Possiamo persino creare un’autostrada da Lagos a Nairobi, a Mombasa, dalla costa orientale a quella occidentale. Fa tutto parte del grande piano”.

“Ora stiamo aspettando di firmare il protocollo d’intesa con l’AfDB. Una volta firmato, speriamo di ottenere dei fondi, circa 2-3 milioni di dollari, per fare lo studio di fattibilità”, ha dichiarato Adamu.

Il ministro nigeriano si è lamentato che “il mondo sembra non essere interessato, quando sente la dimensione dei capitali necessari, almeno le stime di essi. Come sapete, talvolta la geopolitica dice che non è nell’interesse di alcuni paesi, il mondo sviluppato, di vederci crescere. E sfortunatamente noi non abbiamo le risorse”.

Adamu ha accennato all’ostilità e al vero e proprio sabotaggio che l’EIR ha spesso denunciato: “Sembra che ci sia un disaccordo tra noi africani e il resto del mondo sull’approccio migliore da seguire”.

Mentre la Nigeria si appresta a migliorare l’idrolisi degli affluenti del Lago Ciad, il Chari e il Logone, Adamu ha lanciato un avvertimento: “Tra cinquant’anni potremmo svegliarci un giorno e il Lago Ciad non c’è più” se non si agisce ora.

Il progetto di Trasferimento Idrico dal bacino del fiume Congo al bacino del Lago Ciad, il cui nome originale è Transaqua, è stato per decenni sostenuto da Lyndon LaRouche e dall’EIR. Questa pubblicazione ha organizzato conferenze internazionali per farlo conoscere e raccogliere consensi assieme al suo autore originale, il dott. Marcello Vichi. Grazie all’EIR e ai suoi amici, è stato raggiunto il risultato del 2018 ad Abuja. In quella occasione, il governo italiano decise di co-finanziare lo studio di fattibilità di Transaqua ma successivamente, come accade in politica, si sono succeduti più governi a Roma e la cosa si è arenata. Il protocollo d’intesa tra l’Italia e la Commissione del Bacino del Lago Ciad è scaduto e i fondi, già stanziati, non ci sono più. Certamente, l’opposizione al progetto da parte di Washington, Londra, Bruxelles ed altre capitali transatlantiche ha svolto un ruolo.

Nel contesto dell’emergente mondo multipolare, lo sforzo di Adamu di coinvolgere l’AfDB ha una possibilità di successo.

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