La NATO si dichiara un’organizzazione politica, con un mandato più ampio

La NATO non è più solo un’alleanza militare impegnata nella difesa reciproca dei suoi membri; ora è un’alleanza politico militare con preoccupazioni e interessi in tutto il mondo. Questo è stato il messaggio lanciato dal segretario generale Jens Stoltenberg in un intervento al Brookings Institution e al Consiglio tedesco per i rapporti esteri (DGAP). Stoltenberg ha colto l’occasione per anticipare la “proposta NATO 2030”, che sarà presentata al vertice del 14 giugno. Ha esordito con attacchi alla Russia e alla Cina, che, ha detto, starebbero “guidando una spinta autoritaria contro l’ordine internazionale basato sulle regole” (la formula della NATO per unilateralismo anglo-americano).

La “Proposta” è un piano da 20 miliardi di dollari, che si articola in otto punti, il primo dei quali è: “Rafforzeremo la NATO come sede unica e indispensabile per le consultazioni transatlantiche su tutte le questioni che riguardano la sicurezza transatlantica, come, per esempio, sulla Siria, l’Iran, o il Mar Cinese Meridionale” (un’interpretazione molto ampia del termine “transatlantico”).

La NATO, ha proseguito, “non è solo un’alleanza milita re; siamo un’alleanza politico-militare. E anche quando non intraprendiamo azioni militari, la nostra unità politica è importante”. Tra gli altri punti c’è la solita solfa sui “valori condivisi” dai paesi membri e dai partner.

Il piano NATO 2030 prende di mira Pechino, ancor più che l’avversario dichiarato, Mosca, ha spiegato Stoltenberg, e raggiungerà “i partner dell’Asia del Pacifico, di Australia, Nuova Zelanda, Giappone, Corea del Sud”.

Oltre alle minacce militari, l’iniziativa sottolinea anche la necessità di intervenire per contrastare gli effetti del “cambiamento climatico” e delle “pandemie”, così come le “minacce informatiche”.

Dagli Stati Uniti, sia il segretario di Stato Blinken, che il ministro della Difesa Austin hanno espresso pieno sostegno allo schema NATO 2030. Austin ha sottolineato che il piano “rende l’Alleanza più resistente e capace di affrontare le sfide sistemiche da parte della Russia e della Repubblica Popolare Cinese”.

In Francia, invece, c’è opposizione. Secondo un dispaccio della Reuters del 28 maggio, il piano “per dare alla NATO più flessibilità nell’affrontare le minacce militari, il cambiamento climatico e l’ascesa della Cina, incontra una ferma resistenza da parte della Francia”.

I francesi, secondo quanto riferito, temono che esso possa ridurre i poteri sovrani dei paesi membri di determinare la propria difesa nazionale.

Come per sottolineare l’impero globale che l’alleanza intende imporre, Stoltenberg ha fatto una visita alla portaerei HMS Queen Elizabeth il 27 maggio, quando questa era al largo del Portogallo.

Questa portaerei, ha dichiarato, “proietta il potere per tenerci tutti al sicuro. Trasportando i Marines degli Stati Uniti verso il Pacifico, protetta da una fregata olandese, questo è un perfetto esempio di Europa e Nord America che lavorano insieme nella NATO per la nostra sicurezza collettiva”.

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