La Cina media un accordo storico tra Arabia Saudita e Iran

Il 10 marzo, con l’annuncio dato da Pechino della ripresa delle relazioni diplomatiche tra Riad e Teheran, è stato inferto un duro colpo al cosiddetto “ordine basato sulle regole”. I rappresentanti del Regno dell’Arabia Saudita e della Repubblica Islamica dell’Iran hanno annunciato che avrebbero ristabilito relazioni diplomatiche entro due mesi. Come ha riferito l’agenzia di stampa saudita, ciò è avvenuto in risposta all’iniziativa di Xi Jinping. Si tratta dello sbocco dei colloqui svoltisi tra il 6 e il 10 marzo a Pechino, nonché di intense discussioni a partire dal 2021, portate avanti durante il viaggio di Xi nella regione nel dicembre 2022 (cfr. SAS 50/22).

La dichiarazione trilaterale è stata rilasciata dopo che Wang Yi, direttore della Commissione Affari Esteri del Comitato Centrale del Partito Comunista, ha incontrato entrambe le delegazioni. Secondo il Global Times, Wang Yi si è congratulato con loro per aver compiuto questo “passo storico”, che non solo rappresenta una vittoria per il “dialogo e la pace”, ma anche un’applicazione riuscita dell’Iniziativa di sicurezza globale (GSI) del presidente Xi. Per quanto difficile possa essere un problema, ha sottolineato Wang, mantenere uno spirito di rispetto reciproco per cercare il dialogo può aiutare ogni parte a raggiungere un accordo. Le delegazioni iraniana e saudita non hanno potuto che elogiare la diplomazia cinese.

L’annuncio è arrivato solo due settimane dopo che Pechino aveva pubblicato il documento concettuale sull’Iniziativa di sicurezza globale e la proposta per una soluzione negoziata in Ucraina (cfr. SAS 8-10/23), confermando il ruolo della Cina nel plasmare le relazioni internazionali. L’aspetto più sorprendente è che gli Stati Uniti e il Regno Unito, che hanno giocato per decenni, se non per secoli, la carta della contrapposizione tra sunniti e sciiti nella regione, sono stati esclusi dai negoziati. Anzi, questa è stata probabilmente la chiave del successo. Come ammette il corrispondente dalla Casa Bianca del New York Times, Peter Baker, questo sviluppo ha “sconvolto” il vecchio sistema di alleanze e ha lasciato gli Stati Uniti “ai margini”.

Le potenziali ramificazioni di questo accordo possono difficilmente essere sopravvalutate. A livello regionale, esso sconvolge i rapporti di forza in Medio Oriente, più propriamente chiamato Asia sud-occidentale, aprendo la strada alla pacificazione in Yemen, così come in Libano e in Siria. I sauditi finanziano da tempo i movimenti estremisti, anche all’estero, e fomentano i conflitti nell’area.

In tutto il mondo, la GSI, insieme ai dieci principi proposti dallo Schiller Institute, può servire come solida base per risolvere i conflitti, come ad esempio in Ucraina. L’interrogativo è: come reagirà l’Occidente, in particolare gli Stati Uniti? In linea di principio, nulla impedisce di unirsi alla nuova dinamica, sostenuta dalla grande maggioranza della popolazione mondiale.

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