Integrazione Eurasiatica, l’anatema di Wall Street e della City di Londra

Putin e i suoi consiglieri hanno denunciato l’intenzione dell’Occidente di usare l’Ucraina come strumento per giustificare l’attacco all’economia russa e si aspettavano ulteriori, pesanti sanzioni contro Russia e Bielorussia, anche senza invasione dell’Ucraina. Secondo molti osservatori, Mosca può assorbire nuove sanzioni, ma l’effetto sarà sentito molto di più nell’Europa continentale, specialmente se comprenderanno la cancellazione del gasdotto Nord Stream 2, alla quale sembra preludere la decisione del governo tedesco di sospenderne la certificazione, annunciata il 22 febbraio.

Tuttavia, ai cittadini europei si racconta che le sofferenze economiche sono il prezzo da pagare per fermare l’aggressione russa. Mosca è anche il capro espiatorio potenziale per il crac finanziario che ci sarà in ogni caso, non causato dal Cremlino, ma dal collasso del sistema finanziario occidentale.

Ciò ci porta al nocciolo del discorso. Non solo diventa sempre più evidente che il crac non è evitabile, dato il volume dell’esposizione debitoria globale e dell’inflazione, che scaturisce dal tentativo di coprire il debito con l’espansione monetaria, ma anche che in Eurasia sta emergendo un’alternativa alla follia neoliberista, grazie all’integrazione con la Belt and Road Initiative. L’accordo Putin-Xi, accusato di rappresentare una minaccia militare, è più minaccioso per i banchieri e i manipolatori finanziari occidentali, quale alternativa potenziale all’implodente sistema della City di Londra e di Wall Street basato sul dollaro.

I timori dei difensori dell’impero unipolare non sono nuovi. Già alla fine del XIX secolo, l’integrazione dell’Eurasia e delle nazioni dell’Europa occidentale, resa possibile da progetti come la transiberiana o la ferrovia Berlino-Baghdad, motivarono l’adozione della “geopolitica” come teoria dell’impero. Era una strategia ideata per dividere l’Europa e mettere i paesi europei contro la Germania e portò a due guerre mondiali nel XX Secolo. Il vero obiettivo dei geopolitici era la cooperazione tra Russia e Germania.

Oggi si teme che la Germania, forse con l’aiuto della Francia, possa sgusciare fuori dal dominio delle forze angloamericane che gestiscono la Nato e l’UE ed unirsi a Russia e Cina nell’erigere un nuovo sistema finanziario come quello proposto dall’economista americano Lyndon LaRouche, una nuova Bretton Woods. Le provocazioni contro Russia e Cina sono il risultato diretto del tentativo di impedire che ciò accada.

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