Il piano della RAND Corporation per la Russia

Nel 2019 la RAND Corporation, una componente centrale del complesso militare-industriale USA, pubblicò un rapporto intitolato “Extending Russia: Competing from Advantageous Ground” (https://www.rand.org/pubs/research_reports/RR3063.html), che offre una sorta di strategia aggiornata per destabilizzare e indebolire la Russia. Il sito Moon of Alabama ha visto una corrispondenza con i fatti del Kazakistan. Il documento della RAND afferma già nell’introduzione che “riconoscendo inevitabilmente qualche livello di competizione con la Russia, questo rapporto cerca di definire le aree in cui gli Stati Uniti possono farlo a proprio vantaggio. Esaminiamo una gamma di misure non violente che possano sfruttare le attuali vulnerabilità e ansietà della Russia in modo da evidenziare le forze armate, l’economia e la popolarità del regime a casa e all’estero (…)

Queste mosse sono concepite come elementi di una campagna tesa a sbilanciare l’avversario, spingendo la Russia a competere in settori o regioni in cui gli Stati Uniti hanno un vantaggio e costringendola ad estendersi eccessivamente, militarmente o economicamente, o costringendo il regime a perdere prestigio e influenza in casa e/o a livello internazionale.”
Il quarto capitolo elenca sei “misure geopolitiche” che gli USA dovrebbero adottare:

  • Fornire armi letali all’Ucraina
  • Aumentare gli aiuti ai ribelli siriani Promuovere il cambio di regime in Bielorussia
  • Sfruttare le tensioni nel Caucaso meridionale (in particolare tra Armenia e Azerbaijan)
  • Ridurre l’influenza russa in Asia Centrale
  • Sfidare la presenza russa in Moldavia

Come sappiamo, tutte queste misure sono state adottate più o meno intensamente. Riguardo al punto n. 5, il Paese più importante dell’Asia Centrale è il Kazakistan, dove è appena stato sventato un tentativo di golpe, appoggiato dai “soliti sospetti” in Occidente (vedi sopra).

Per chi non lo sappia, la RAND Corporation è uno dei pensatoi più antichi degli Stati Uniti. Fondato nel 1948, due terzi dei suoi fondi provengono direttamente da enti governativi, tra cui il Pentagono e la National Security Agency. Tra i privati si trovano i giganti dell’industria militare, i cartelli multinazionali ecc.

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