Il pericolo di guerra nucleare entra nella campagna presidenziali americane
Secondo l’ex ispettore delle Nazioni Unite Scott Ritter, se Biden si facessere convincere dal Primo Ministro britannico Starmer a permettere all’Ucraina di colpire obiettivi all’interno della Russia con armi della NATO, la Russia potrebbe rispondere con armi nucleari. Ritter ha fatto queste affermazioni nel corso della riunione settimanale della International Peace Coalition (vedi https://www.youtube.com/watch?v=J6UBrAAb2xs).
Riferendosi alle pressioni esercitate da Starmer durante l’incontro con Biden del 13 settembre, ha precisato che “Se Biden avesse firmato, la guerra sarebbe iniziata quella notte” e le armi nucleari avrebbero potuto essere lanciate il 14 settembre. Poiché i russi sanno che i missili a lungo raggio possono essere impiegati solo con la guida e il controllo della NATO, un simile cedimento costituirebbe una dichiarazione di guerra da parte dell’Alleanza Atlantica. “Sabato saremmo stati quasi tutti morti”, ha aggiunto.
L’ex ufficiale dei marines ha continuato dicendo che il tema della guerra nucleare è entrato nelle elezioni presidenziali statunitensi, da quanto Trump ha cominciato a parlarne. “Che Trump vi piaccia o meno, dovete costringere il vostro candidato a prendere posizione sulla guerra. Jill Stein [candidata del Partito Verde] deve essere messa sotto pressione; Kamala Haris deve essere messa sotto pressione. Ogni candidato deve rispondere”.
Mentre i britannici sostengono che Putin bleffi paventando conseguenze terribili se la sicurezza russa fosse minacciata, Ritter ha concluso che la vita di tutti dipende dalla mobilitazione del popolo americano contro il continuo impegno dell’amministrazione Biden a “indebolire la Russia”.
Nelle ultime settimane Trump ha parlato sempre più apertamente di questo pericolo. In un comizio in Pennsylvania il 4 settembre, ha affermato che con Biden-Harris “ci stiamo dirigendo in zona Terza Guerra Mondiale”. Gli elettori dovrebbero preoccuparsi più della guerra nucleare, ha aggiunto, che del “riscaldamento globale”. Lo ha ribadito il 17 settembre in un comizio a Detroit, il centro dell’industria automobilistica. La minaccia di una guerra nucleare, ha detto l’ex presidente, è la questione più importante che gli americani devono considerare. Un attacco nucleare “è la più grande minaccia per il mondo, non solo per il Michigan, ma per il mondo intero, e non vi preoccuperete più di tanto di costruire automobili, se queste cose cominciano a succedere”.
Molto importante è stato poi un articolo pubblicato su The Hill, quotidiano di Washington, il 17 settembre, firmato dal figlio di Trump, Donald Trump, Jr. e da Robert F. Kennedy, Jr. L’articolo si apre con un appello ai negoziati per porre fine alla guerra in Ucraina: “In un momento in cui i leader americani dovrebbero concentrarsi sulla ricerca di una via d’uscita diplomatica a una guerra che non avrebbe mai dovuto avere luogo, l’amministrazione Biden-Harris sta invece perseguendo una politica che la Russia dice di voler interpretare come un atto di guerra”. Nelle parole di Vladimir Putin, gli attacchi a lungo raggio in Russia “significheranno che i Paesi della NATO – Stati Uniti e Paesi europei – sono in guerra con Mosca”.
“È ormai tempo di de-escalation, nel conflitto. Ciò è più importante di tutte le questioni politiche di cui discute la nostra nazione. La guerra nucleare significherebbe la fine della civiltà come la conosciamo, forse anche la fine della specie umana”. I due avvertono che potrebbe essere troppo tardi aspettare una vittoria di Donald Trump per porre fine alla guerra: “Dobbiamo chiedere subito che Harris e il presidente Biden invertano il loro folle programma di guerra e avviino negoziati diretti con Mosca”.
Nel momento in cui Keir Starmer, Zelensky e altri guerrafondai della NATO pianificano di fare dell’apertura dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite una grancassa per fare revocare a Biden la decisione del 13 settembre, le schiette verità dette da Ritter, Trump Jr., RFK Jr. e altri, come gli ex candidati democratici alla presidenza Tulsi Gabbard e Dennis Kucinich, devono essere ascoltate.