Il partito di governo di Taiwan sconfitto alle elezioni locali

Nelle elezioni amministrative svoltesi a Taiwan, il Partito Democratico Progressista (DPP) al governo è stato sonoramente sconfitto dal partito di opposizione Kuomintang (KMT). Il DPP controlla ora solo 5 delle 21 amministrazioni locali, mentre il KMT ha vinto le consultazioni chiave per la carica di sindaco a Taipei, Taoyuan e Keelung. Il DPP aveva promosso in modo aggressivo le tensioni tra Pechino e Taipei.

Dopo l’annuncio dei risultati, il 26 novembre, la Presidente di Taiwan Tsai Ing-wen ha rassegnato le dimissioni da capo del partito, ma continuerà a ricoprire la carica di Presidente fino alle prossime elezioni, nel 2024, alle quali non si candiderà per limiti di mandato. Il presidente del KMT, Eric Chu, ha dichiarato dopo la vittoria che il suo partito continuerà a proteggere la democrazia e la libertà e lavorerà duramente per mantenere la pace regionale.

Una sconfitta alle amministrative non si traduce automaticamente in una sconfitta alle prossime politiche. Il DPP, dopo aver vinto le presidenziali del 2016, ottenne risultati altrettanto scarsi nelle elezioni locali del 2018, prima di ottenere un’importante vittoria e la rielezione di Tsai alla guida dell’isola nel 2020. La sua posizione nei confronti della Cina continentale è relativamente moderata, rispetto al vicepresidente Lai, ad esempio, che è più fortemente a favore dell’indipendenza.

Vale la pena notare che i risultati delle elezioni di Taiwan sono stati scarsamente menzionati dai media occidentali. Ma nello stesso fine settimana, i notiziari sono stati dominati da notizie esagerate sulle manifestazioni tenutesi in varie città cinesi contro la politica anti-COVID del governo. Il numero di manifestanti era molto ridotto rispetto alla popolazione totale, il che ha portato alcuni sindacalisti e altri attivisti in Europa a commentare che sarebbero lieti se i media riportassero i movimenti di protesta qui da noi con lo stesso risalto.

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