I leader di Ungheria e Serbia vincono le elezioni con facilità

“Abbiamo ottenuto una vittoria così grande che può essere vista dalla luna e certamente da Bruxelles”, ha detto il Premier ungherese Viktor Orban ai sostenitori dopo che il partito di governo Fidesz, da lui guidato, è uscito dalle elezioni parlamentari del 3 aprile con una comoda maggioranza del 53%. Nella vicina Serbia, il presidente Aleksander Vucic è stato rieletto lo stesso giorno con una schiacciante maggioranza del 60%. Entrambi i paesi sono sulla lista dei “cattivi” dell’Unione europea per non essersi piegati alla linea anti-Russia e anti-Cina, per non parlare dello scetticismo verso la politica radicale sul cambiamento climatico.

Orban, il cui partito ha la maggioranza assoluta in parlamento, ha mantenuto ottime relazioni con la Cina, con la quale sta collaborando, insieme alla Serbia, alla costruzione della linea TAV Budapest-Belgrado. L’Ungheria riceve l’85% delle forniture di gas dalla Russia e si è impegnata ad aumentare la produzione di fonte nucleare. Anche se non ha posto il veto alle sanzioni dell’UE contro la Russia per il conflitto in Ucraina, con cui condivide il confine, Budapest si è rifiutata di mandare armi o di permettere a paesi terzi di trasportare forniture e personale militare sul suo territorio.

Orban viene preso di mira dai sovversivi di George Soros e di Bruxelles per aver difeso quello che lui considera l’interesse nazionale dell’Ungheria. La maggioranza della popolazione evidentemente sostiene questa posizione. Il candidato dell’opposizione, Peter Marki-Zay, che è schierato sulle posizioni anti-Russia e anti-Cina di Bruxelles, non è stato nemmeno rieletto sindaco di Budapest.

In Serbia, il principale avversario di Vucic, Zdravko Ponos, un laureato del Royal College of Defence Studies del Regno Unito che ha condotto una campagna su una piattaforma filo-UE, ha ottenuto solo il 17,5% dei voti alle Presidenziali, mentre alle elezioni parlamentari tenutesi lo stesso giorno, il Partito progressista serbo di Vucic ha ottenuto il 43,3% e godrà di una solida maggioranza insieme al Partito socialista della Serbia, che ha ottenuto l’11,6%.

Pur avendo chiesto l’adesione all’UE, sotto Vucic, la Serbia ha anche sviluppato rapporti molto stretti sia con la Russia che con la Cina, entrambe coinvolte nella ricostruzione della rete ferroviaria e delle infrastrutture della nazione, compresa la sostituzione dei ponti sul Danubio che erano stati bombardati dalla NATO, durante i bombardamenti durati tre mesi nel 1999.

Sia l’Ungheria che la Serbia hanno contratti statali con la Russia per il prezzo del gas, e quindi non devono preoccuparsi per gli attuali prezzi gonfiati.

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