I leader dell’UE ignorano la loro perdita di credibilità

Benché il sostegno alla guerra tra NATO e Russia stia scemando sempre più in occidente, i leader dell’Unione Europea non si sono ancora resi conto del cambiamento o hanno semplicemente deciso di ignorarlo. Basti pensare alla riunione informale dei ministri della Difesa dell’UE del 7-8 marzo, che ha discusso come proseguire il conflitto. A dimostrazione della simbiosi tra UE e NATO, Jens Stoltenberg e il Ministro della Difesa ucraino Oleksiy Reznikov hanno partecipato all’incontro.

All’ordine del giorno c’era la richiesta di due miliardi di euro in più per le forniture militari, soprattutto munizioni. Lo schema prevede che 15 aziende di armamenti producano le munizioni, qualsiasi cosa accada…

L’Alto Rappresentante dell’UE per gli Affari Esteri Josep Borrell è notoriamente fuori dalla realtà (ricordiamo la sua osservazione sul fatto che l’Europa è un “giardino” e il resto del mondo una “giungla”). In questa occasione, ha sostenuto che gli Stati membri dovrebbero prima di tutto esaurire le scorte nazionali di armi e inviarle all’Ucraina, dato che non sono in guerra e non ne hanno bisogno. “Non vedo il pericolo”, ha detto.

Ma pur sostenendo di non essere in guerra, occorre adottare “una mentalità di guerra”, ha dichiarato, e trovare un modo per aumentare la produzione. Il famigerato “complesso militare-industriale” è più che disposto a farlo, a patto che arrivino i fondi.

La parte più pragmatica del mondo atlantista, come l’ex capo della Conferenza sulla sicurezza di Monaco, Wolfgang Ischinger, percepisce perlomeno la perdita di consensi. Intervistato dal Tagesspiegel, Ischinger ha esortato l’Occidente almeno a fingere di promuovere un “processo di pace” in Ucraina per contrastare il sentimento anti-guerra (vedi sotto). Naturalmente, spiega, non possiamo pretendere che l’Ucraina vada al tavolo dei negoziati adesso, ma “oltre alle forniture di armi e al sostegno finanziario, dobbiamo offrire prospettive al crescente coro di voci critiche” negli Stati Uniti e in Europa.

“È giunto il momento di avviare un processo di pace per l’Ucraina. L’Occidente – compreso il governo tedesco – sta mostrando un certo imbarazzo nei confronti delle varie Wagenknecht, Schwarzer e dei Precht quando, alle comprensibili pressioni per un’iniziativa di pace, continua a rispondere in modo stereotipato che per il momento non ci sono le condizioni per un negoziato”.

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