I cittadini svizzeri voteranno sul ritorno alla neutralità

Il Partito Popolare Svizzero (SVP) sta organizzando un referendum popolare per revocare la violazione della tradizionale neutralità del Paese in politica estera, decisa dal Consiglio Federale svizzero (il governo) approvando le sanzioni contro Mosca. Il referendum è molto comune e frequente in Svizzera, come forma di democrazia diretta.

L’iniziativa è stata lanciata dal fondatore dell’SVP e tuttora eminenza grigia del partito Christoph Blocher, la cui carriera iniziò nel 1992 con la vittoria in un referendum per impedire l’adesione della Svizzera allo Spazio Economico Europeo. Propriamente una vittoria potrebbe essere il risultato dell’esplosiva iniziativa popolare che Blocher sta preparando e che dovrebbe essere presentata a breve. L’obiettivo è quello di ancorare alla Costituzione la neutralità totale e incondizionata della Svizzera.

Oltre al divieto di aderire ad alleanze, l’iniziativa popolare proibirebbe qualsiasi partecipazione a sanzioni, con l’eccezione di quelle decise dalle Nazioni Unite (che di solito vengono bloccate dal potere di veto dei membri del Consiglio di Sicurezza). Attualmente, la stragrande maggioranza degli svizzeri è favorevole alla neutralità in linea di principio.

Il Consiglio Federale svizzero, una sorta di direttorio di sette persone in cui sono rappresentati tutti i partiti, aveva inizialmente deciso di non approvare le sanzioni, ma alla fine cedette alle pressioni dei media. L’SVP, tuttavia, ha preso le distanze dalle decisioni del Consiglio. Il 12 agosto, per esempio, il Ministro della Difesa Ueli Maurer della SVP ha pronunciato un discorso a una riunione di partito, nel corso del quale ha descritto la guerra in Ucraina come una guerra per procura tra l’Occidente e l’Oriente, o degli Stati della NATO contro la Russia: è una lotta per il potere, ha detto, che viene “combattuta sulle spalle dell’Ucraina”. Il mondo è minacciato da una divisione come quella che esisteva prima della caduta del Muro di Berlino, ha suggerito Maurer, contraddicendo così la caratterizzazione espressa dal suo governo della guerra ucraina come una guerra di aggressione.

Pur sottolineando che spera davvero che la situazione in Ucraina non si aggravi ulteriormente, Maurer ha aggiunto che “non si può escludere che tra qualche settimana ci sia una guerra nucleare in Europa”.

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