Giunge al minimo storico il sostegno popolare al governo tedesco

Un sondaggio della Federazione dei dipendenti pubblici (Deutscher Beamtenbund), pubblicato il 1° settembre, ha rilevato che solo il 29% degli intervistati ritiene che il governo tedesco sia in grado di gestire la situazione, contro il 66% che è di parere opposto.

L’Associazione nazionale delle PMI (DMB) giunge ad una conclusione ancora più drastica sulla base delle risposte dei suoi membri. Il presidente della DMB, Marc S. Tenbieg, ha dichiarato alla Berliner Zeitung (2 settembre) che, a seguito dei prezzi elevati dell’energia e dell’elettricità, le prospettive per i prossimi sei mesi “sono definite molto cupe da molte aziende, tanto che il 10% delle imprese intervistate dalla DMB è già afflitto da timori esistenziali”. In un rapido sondaggio, il DMB ha rilevato che il 95% delle imprese accusa il governo di non sostenere abbastanza o per niente le piccole e medie imprese, e il 73% afferma di essere stato colpito duramente o molto duramente dai prezzi dell’energia. Per il 32%, le prospettive di business per i prossimi sei mesi sono “cattive”.

In questo contesto, le dichiarazioni del Ministro degli Esteri tedesco Annalena Baerbock (del Partito Verde) a Praga, il 1° settembre, confermano fortemente l’impressione che il governo non si preoccupi dei cittadini tedeschi. Il Ministro ha dichiarato apertamente: “Manterrò le mie promesse [all’Ucraina] indipendentemente da ciò che pensano i miei elettori”. Il fatto che abbia aggiunto che “il governo è consapevole delle sue responsabilità sociali” non ha contribuito a rassicurare una popolazione molto insoddisfatta.

Un terzo fronte di opposizione al governo si sta formando tra gli agricoltori, che sono in rivolta per l’impennata dei costi di produzione, oltre che per i tagli forzati deliberatamente decretati dalla folle politica dell’UE “Farm to Fork”. Il 31 agosto sono riprese le proteste sotto forma di cortei di trattori in numerose città tedesche e sono previste altre manifestazioni.

In un regime parlamentare questa sarebbe l’anticamera di un voto di sfiducia. In Germania è ammessa solo la “sfiducia costruttiva”, e cioè solo in presenza di una coalizione alternativa. È al momento incerto se ciò avverrà al Bundestag, anche se ci sono molti indizi di trattative in corso tra i leader dei vari partiti politici. Se il cancelliere Olaf Scholz e la SPD venissero effettivamente estromessi, una delle probabili opzioni per la sostituzione sarebbe una coalizione tra cristiano-democratici, verdi e liberali. Tuttavia, sembra che nulla sarà deciso prima delle elezioni del 9 ottobre in Bassa Sassonia. Se il governatore socialdemocratico SPD Stefan Weil sarà sconfitto, aumenteranno le pressioni su Scholz affinché si dimetta.

A livello internazionale, l’ascesa dell’integralista geopolitica e russofoba Liz Truss alla carica di Primo Ministro britannico potrebbe accelerare la spinta per un cambio di governo a Berlino. Il leader della CDU, Friedrich Merz, è un falco sull’Ucraina e accusa Scholz di essere stato troppo indeciso prima di fornire armi pesanti a Kiev. Un governo guidato da Merz a Berlino potrebbe trascinare la Germania ancora più a fondo nel pantano di una guerra contro la Russia.

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