Colloqui tra Xi e Putin a Mosca: l’Occidente fraintende le intenzioni della Cina

Mentre Xi e Putin si incontravano a lungo a Mosca dal 20 al 22 marzo, in Ucraina arrivavano nuove forniture di armi e munizioni dall’Occidente e l’amministrazione Biden aveva appena annunciato un altro miliardo di dollari di aiuti militari, che si andava ad aggiungere ad un totale di 33 miliardi già messi a disposizione di Kiev. Allo stesso tempo, da Londra, il Ministero della Difesa rendeva noto che i carri armati Challenger 2, pronti per essere trasferiti in Ucraina, saranno armati con proiettili all’uranio impoverito – nonostante gli avvertimenti.

Naturalmente, la guerra in Ucraina è stata uno dei temi principali dei colloqui tra cinesi e russi, ma non l’unico. Anche la cooperazione tecnologica e industriale, la sicurezza energetica, l’intensificazione dei rapporti commerciali e i nuovi accordi monetari erano tra i primi punti all’ordine del giorno, a conferma dei timori degli establishment occidentali, che tentano di salvare il proprio sistema bancario.

Ma il pericolo più pressante sia per la Russia che per la Cina è la politica della NATO. La dichiarazione congiunta Putin-Xi sull’Ucraina sottolinea che „per risolvere la crisi ucraina, devono essere rispettate le legittime preoccupazioni di sicurezza di tutti i Paesi“ e il diritto internazionale. La parte russa, si legge, „accoglie con favore le proposte costruttive presentate“ nel documento cinese per una soluzione politica (vedi SAS 10/12).

Helga Zepp-LaRouche, presidente dello Schiller Institute, ha sottolineato l’importanza di questo documento nella sua trasmissione settimanale del 22 marzo, osservando quanto siano stati sciocchi i leader occidentali, in particolare quelli di Bruxelles, ad averlo scartato a priori. „La Cina non si è lasciata trascinare nel conflitto“, ha detto, „e sta facendo una mossa molto forte e potente per reintegrare la Russia nella comunità internazionale e trovare una soluzione alla crisi. Pechino sta cercando di spingere il mondo verso un nuovo paradigma, verso un livello più alto di diplomazia… ed è aperta alla cooperazione economica“. Lo stesso giorno la TASS ha ascoltato il parere di Helga Zepp-LaRouche sulla visita di Xi che, a suo dire, ha portato ad una maggiore „cooperazione in molti settori, soprattutto quello economico“. La presidente dello Schiller ha inoltre affermato che la politica cinese „non segue motivazioni geopolitiche, ma cerca molto chiaramente di stabilire un livello superiore nell’interesse del mondo intero“, cosa che i politici occidentali „hanno difficoltà a capire perché quando si indossano gli occhiali della geopolitica, si vede tutto attraverso quella prospettiva“.

La TASS ha anche evidenziato le osservazioni di Zepp-LaRouche sulla „ forte rinascita dello spirito non allineato che si sta verificando in questo momento“, che gli establishment occidentali sottovalutano completamente. „I Paesi del Sud globale sono determinati a porre definitivamente fine al colonialismo nella sua nuova veste e non vogliono essere trascinati in un conflitto geopolitico tra Stati Uniti e Russia o tra Stati Uniti e Cina, con cui molti di loro hanno legami economici molto vantaggiosi“, ha sottolineato (https://tass.com/world/1593321 and https://tass.com/politics/1593329).

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