Bloomberg: quando la macchina bellica incontra il Green Deal

Alle ore sedici del 4 febbraio, il seguente titolo è comparso sul sito di Bloomberg News: “La Russia invade l’Ucraina”. Notare che a Mosca era mezzanotte e Putin si trovava fuori dal Paese, a Pechino. Per ben trenta minuti il titolo è rimasto sul sito, prima di essere sostituito dalla seguente dicitura: “Prepariamo i titoli per molti scenari e uno di essi è stato inavvertitamente pubblicato”.

Inavvertitamente? Da mesi i media, con Bloomberg in testa, diffondono la falsa notizia che un’invasione russa dell’Ucraina sarebbe “imminente”. Ogni giorno martellano che “oltre centomila” truppe russe sono pronte a invadere, nonostante le smentite non solo di Mosca, ma anche di Kiev (cfr. SAS 5/22).

Inavvertitamente? Considerate che Sir Michael Bloomberg ha fatto i miliardi con un software che informa in microsecondi su ogni transazione in ogni angolo del mondo. Non solo le banche di Wall Street, ma anche la Federal Reserve fa affidamento sui suoi computer. La probabilità che si trattasse di un errore è praticamente zero.

Michael Bloomberg non è solo “Mr. Wall Street”, ma anche “Mr. Green New Deal”, avendo personalmente finanziato la campagna per chiudere la metà delle miniere di carbone negli USA e avendo svolto la funzione di Inviato Speciale dell’ONU per il Clima. Alla conferenza COP26 di novembre ha annunciato un nuovo sforzo per chiudere gli impianti a carbone nel mondo ed impedirne la costruzione di nuovi. Ogni leader africano può testimoniare che ciò significa povertà e morte in Africa.

Il ruolo di Bloomberg nella macchina della propaganda prova che il collasso del sistema finanziario occidentale è la forza trainante verso la guerra, non le false accuse geopolitiche di “aggressione” o “violazioni dei diritti umani”.

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