Aumentano le rivolte popolari contro l’inflazione dei prezzi in Germania ed altri paesi europei

Data l’ostinata intenzione del governo di continuare l’adesione alla politica di “transizione verde”, la Germania è più vulnerabile del resto dell’Unione Europea all’inflazione dei prezzi dell’energia, che sta rendendo il gas e l’elettricità inaccessibili per la popolazione e l’industria. Di conseguenza, la più grande economia dell’UE sta affrontando una crescente ondata di proteste.

Il ministro dell’Economia Robert Habeck (Verdi) è diventato il bersaglio principale della rabbia, con le sue vuote rassicurazioni e i suoi discorsi incompetenti sulla realtà dell’economia. Ad esempio, durante il popolare talk show Maischberger del 6 settembre, alla domanda se si aspettasse un’ondata di insolvenze alla fine dell’inverno, Habeck ha risposto con un inequivocabile “no”, per poi confondersi nella spiegazione. “Posso immaginare che, inizialmente, alcuni settori cesseranno semplicemente di produrre. Non diventeranno insolventi”, ha detto, Proseguendo, si è letteralmente incartato affermando che i panettieri e altri esercenti avranno delle difficoltà perché i consumatori, avendo meno potere d’acquisto, si rivolgeranno ai discount. Tuttavia, “i piccoli esercenti non diventeranno automaticamente insolventi, ma potrebbero cessare le vendite”. Quando la conduttrice del programma l’ha incalzato, chiedendo come potrebbero evitare la chiusura se continueranno a pagare i dipendenti senza vendere, Habeck ha cercato di metterci una pezza dicendo che alcuni esercizi saranno costretti a chiudere e dovranno chiudere se il governo non li aiuterà, ma di non vedere una catena di insolvenze all’orizzonte.

Il video del balbettante Habeck è diventato virale e si sono alzate voci che ne chiedono le dimissioni, non solo dall’opposizione ma dalla stessa coalizione di governo.

Nel frattempo, gli artigiani, i proprietari di ristoranti, alberghi e piccole e medie imprese, le cui bollette energetiche stanno aumentando di un fattore di 10 o più, lanciano appelli quotidiani sui media per un intervento urgente del governo per fermare l’inflazione. Il governo ha varato un pacchetto di aiuti per 65 miliardi, somma considerevole, ma insufficiente a coprire il fabbisogno di imprese e famiglie, e soprattutto si rifiuta di affrontare il problema alla radice, unendosi agli altri paesi membri dell’UE che propongono di chiudere il mercato speculativo TTF di Amsterdam (vedi sopra). I politici preferiscono ripetere stupidamente che “è colpa della Russia”. Se le numerose associazioni professionali che stanno valutando ulteriori azioni supereranno i loro tradizionali confini settoriali e uniranno le forze, si prospetta davvero un “autunno caldo”. Questo porterebbe anche i sindacati, che sono rimasti relativamente tranquilli –  per non fare troppa pressione sul cancelliere socialdemocratico Olaf Scholz – a prendere apertamente posizione contro il governo.

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