Le potenze eurasiatiche cercano di organizzare un nuovo sistema economico

Il 26 maggio nella capitale kirghisa di Bishkek, si è tenuto il Forum dell’Unione economica eurasiatica (EAEU) all’insegna dell'”integrazione economica eurasiatica nell’era dei cambiamenti globali”. Il giorno dopo si è tenuta una riunione dei capi di Stato e di governo dei cinque membri (Armenia, Bielorussia, Kazakistan, Kirghizistan, Russia più Uzbekistan con lo status di osservatore). Al Forum si è molto dibattuto delle prospettive per costruire e coordinare un sistema economico indipendente dal paradigma occidentale. Dato il ruolo dominante dell’economia russa nei rapporti commerciali della regione, le sanzioni occidentali imposte a Mosca hanno notevolmente accelerato la spinta all’integrazione eurasiatica, anche se questa era iniziata molti anni fa.

Una priorità per il 2022-23, secondo il commissario per l’Integrazione e la Macroeconomia dell’EAEU Sergey Glaziev, è creare “condizioni favorevoli per aumentare gli investimenti nel settore reale dell’economia” e sviluppare “il potenziale scientifico, tecnologico e industriale” del gruppo.

Inoltre, i paesi membri sono anche desiderosi di espandere le proprie partnership. Sono in corso i negoziati sugli accordi di libero scambio con Egitto, India, Indonesia, Iran e Turchia, oltre a quelli già firmati con Cina, Serbia e Vietnam. Al Forum del 26 maggio ha partecipato il segretario generale dell’Organizzazione per la cooperazione di Shanghai (SCO), il diplomatico cinese Zhang Ming, che, interpretando il sentimento generale, ha proposto che l’EAEU e la SCO facciano in modo di “unire le forze”, per affrontare la crisi globale e “costruire un nuovo ordine mondiale”. Come ha sottolineato, “la popolazione della SCO è di oltre tre miliardi di persone, si tratta della metà della popolazione della Terra”.

La necessità di sviluppare un accordo monetario alternativo è stata affrontata da numerosi relatori, tra cui Glaziev. Il presidente della Commissione economica eurasiatica, Mikhail Myasnikovich, ha espresso il parere che “non solo il commercio ed i pagamenti in valute nazionali dovrebbero essere all’ordine del giorno. Dobbiamo discutere della costruzione di un sistema monetario indipendente.”

Un altro problema oggetto di colloqui è stato lo sviluppo di tecnologie pionieristiche. Il vice primo ministro bielorusso Igor Petrishenko ha suggerito di valutare l’efficacia delle piattaforme tecnologiche eurasiatiche necessarie per introdurre tecnologie avanzate nella produzione, come l’ottica e la microelettronica che, nel caso della Bielorussia, “sono servite da trampolino di lancio per lo sviluppo dell’industria spaziale”.

Un altro fattore che dovrebbe stimolare lo sviluppo in tutta l’Eurasia è l’impegno di Mosca a creare nuovi poli industriali nel Donbass e a ricostruire l’industria pesante della regione, gran parte della quale è stata chiusa anni fa, su insistenza dell’Unione Europea, come precondizione per collaborare con gli ucraini. Lo sminamento e lo sgombero del porto di Mariupol e delle aree costiere adiacenti al Mar d’Azov contribuiranno in modo importante a fare del Mar Nero nord-orientale un’arteria di trasporto navale per l’EAEU.

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